Dopo oltre 300 giorni è arrivato il «the end». Berlusconi oggi terminerà i suoi servizi sociali alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone ma questo non vuol dire che sarà un addio, anzi; sarà un «arrivederci» perché il Cavaliere ha già fatto sapere di avere intenzione di tornare presto a trovare i «suoi vecchietti» come li chiama lui. Certo, un bel sollievo: lo farà senza indossare un camice bianco ma soprattutto non perché costretto da una sentenza emessa da un magistrato. Con la fine anticipata della pena all'8 marzo, Berlusconi sarà ancora sub judice per qualche mese ancora: il tempo necessario affinché il tribunale di sorveglianza di Milano metta al suo fascicolo il timbro «pena estinta». Tuttavia non avrà più le limitazioni a cui era sottoposto fino a ora: rientro a casa entro le 23 e richieste ai magistrati anche per i trasferimenti a Roma; potrà girare per l'Italia liberamente e rioccuparsi del partito in vista delle prossime elezioni amministrative. Certo il capitolo giustizia non è chiuso, anzi. Nell'attesa della sentenza della Cassazione sul processo Ruby nel quale è stato assolto, prevista per il 10 marzo, dal procedimento collegato del Ruby ter sono in arrivo altre grane. Il Cavaliere sostiene che non vi sia nulla di penalmente rilevante ma lamenta il solito metodo: fango da trasmettere ai media per distruggere l'immagine dell'ex premier.
Un Cavaliere concentrato sul risiko Regionali e desideroso di chiudere la partita alleanze. A questo proposito a ore si terrà, se non s'è già tenuto nella notte di ieri, un faccia a faccia ad Arcore con il leader della Lega, Matteo Salvini. A prescindere dalle mosse del sindaco di Verona, Flavio Tosi, il patto Forza Italia-Carroccio verrà rinnovato; con maggiore convinzione qualora Tosi dovesse smarcarsi e presentare una sua lista autonoma nel tentativo di mettere i bastoni tra le ruote al candidato uscente Luca Zaia. Il tentativo del Cavaliere è quello di fare da «cerniera» nel centrodestra: assieme alla Lega al Nord e insieme ad Alfano al Sud per riconfermare due Regioni pesanti come Veneto e Campania. Se così fosse, si potrebbe facilmente chiudere anche sulle altre Regioni con due dati positivi: sia in Umbria sia nelle Marche il centrodestra dovrebbe correre tutto unito, Lega e Ncd incluse.
Sul fronte nazionale, invece, la linea ufficiale non cambia: opposizione a Renzi anche sulla riforma del Senato e sulla legge elettorale che, fino a quando il patto del Nazareno era in vita, anche Forza Italia ha contribuito a scrivere. Anche se nel palazzo girano ipotesi secondo le quali il Cavaliere stia cercando di riallacciare i fili del dialogo con il premier, le voci non trovano conferme. Una tesi, quella di un Nazareno bis, ipotizzata come risposta berlusconiana all'apertura di Renzi all' Espresso a cui dice «con Berlusconi continuo a trattare». Ma i rapporti tra Cavaliere e presidente del Consiglio continuano ad essere freddi. O meglio: a non esserci. Pertanto sarà pollice verso sia alle riforme costituzionali sia all'Italicum. È vero, tuttavia, che il gruppo parlamentare azzurro non si muove come un sol uomo e all'interno convivono differenti sensibilità. Cinquanta sfumature di azzurro: tanto che, nonostante mercoledì scorso Brunetta abbia dato l'input di voto contrario, pare ci sia una trentina di deputati pronti a sostenere le riforme.
Intanto Mariastella Gelmini attacca il brunettiano Mattinale , reo di utilizzare toni troppo antirenziani: «Non penso che Forza Italia abbia votato per quasi un anno riforme mostruose. I toni sono sbagliati e condannarci all'autoemarginazione non è una scelta lungimirante».
I mesi che mancano perché il tribunale di sorveglianza scriva «pena estinta» sul fascicolo del Cav
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