Tra loro i due alla guida del gommone su cui sono morte 12 persone

Ventisette gli scafisti arrestati in queste ore. Undici sono stati fermati a Palermo, sbarcati sabato con oltre settecento immigrati. Si ritiene fossero alla guida di diversi barconi soccorsi nel mar Mediterraneo dalle navi in forza a Triton. Tra loro i due nocchieri alla guida del gommone dell'ultimo naufragio, costato la vita a dodici migranti. Ai due balordi, rinchiusi nel carcere «Pagliarelli», viene contestato il reato di omicidio volontario oltre che di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina.

Si trovano, invece, nel carcere di piazza Lanza, a Catania, cinque egiziani che sono stati individuati alla guida di un peschereccio con a bordo 285 immigrati dell'area sub-sahariana e meridionale, giunti nel porto di Catania il 9 luglio scorso. Quattro timonieri sono stati fermati a Messina e tra loro c'è anche un minorenne. Secondo gli immigrati erano loro i trafficanti che hanno organizzato il viaggio, visto che, poco prima di partire, hanno incassato l'intero importo del ticket, dai 900 ai 1.800 dollari a passeggero. Altri quattro scafisti sono stati, invece, fermati a Siracusa. Anche loro, come i «colleghi» individuati a Messina, sono egiziani.

Infine la polizia giudiziaria di Ragusa ha stretto il cerchio attorno ad altri tre «trafficanti di uomini». Due di loro sono senegalesi e un gambiano. Erano alla guida di due gommoni con a bordo «solo» 52 passeggeri, che viaggiavano stretti come sardine. Un particolare, questo, che lasciava presagire l'ennesima strage, se non fossero stati individuati e fermati prima. «Eravamo in 100 - hanno raccontato i poveretti agli investigatori - pronti per partire, quando è arrivata una motovedetta libica che ha iniziato a sparare».

A quel punto tanti immigrati si sono tuffati per raggiungere la battigia. Il natante non distava molto da riva, ma sulla sorte dei compagni di viaggio i testimoni non hanno saputo dire nulla e in particolare se ci siano stati feriti o se addirittura qualcuno sia finito in mare e annegato.

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