Maurizio Gasparri da presidente della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari cerca da mesi di dipanare il groviglio dei meccanismi della nuova legge elettorale e le contestazioni e i ricorsi pendenti su alcuni seggi. Nelle ultime ore, però, si è anche ritrovato in Vigilanza Rai ad assistere all'ostruzionismo incrociato tra Lega e Cinquestelle. Un muro contro muro che ha bloccato la soluzione della questione della doppia presidenza di Marcello Foa, alla guida della Rai e di Raicom.
Presidente Gasparri, cosa sta accadendo dentro la maggioranza?
«Si sta diffondendo un virus che mi auguro non si propaghi ulteriormente. Questo ostruzionismo continuo tra partiti che fanno parte della stessa maggioranza sta diventando una costante. Un caos che va a proiettarsi anche su questioni oggettivamente tutt'altro che decisive come gli incarichi di Foa a Viale Mazzini».
Registra una escalation dei toni e dell'animosità interna alla maggioranza gialloverde?
«Sì, chi vive le aule parlamentari percepisce da tempo la difficoltà della convivenza. La tensione si respira continuamente e da febbraio il clima è diventato più aspro».
In concreto quali sono gli episodi più frequenti?
«Ho visto emendamenti spuntare all'ultimo minuto, relatori imbarazzati oltre che talvolta imbarazzanti».
Un esempio?
«Lo Sbloccacantieri. L'iter è stato lungo, farraginoso, zoppicante, con tante frenate e marce indietro. Le contraddizioni sono state all'ordine del giorno, è mancato completamente il coordinamento. E si è arrivati ad approvarlo al fotofinish. Lo stesso vale per il salario minimo con gli emendamenti della Lega che hanno messo in difficoltà i 5 S. Tutto questo genera norme pasticciate, continui rinvii, e così si arriva davvero vicino al livello di guardia».
Intanto ieri la maggioranza si è divisa su Radio Radicale.
«Crimi in Vigilanza aveva usato toni sprezzanti. Hanno trascinato a lungo la questione. Alla fine i Cinquestelle hanno preso un ceffone, la degna conclusione di questa vicenda».
Quale clima respira nella giunta per le elezioni e le immunità da lei guidata?
«Finora abbiamo lavorato bene, non bisogna dimenticare che la giunta per le elezioni è stata costituita a luglio e per due mesi ci siamo occupati del caso Diciotti. Ci sono ricorsi importanti che dobbiamo vagliare, la procedura è complessa e ci sono margini di ambiguità sulle interpretazioni. Ci sono questioni da dirimere in Puglia, in Calabria e in Emilia Romagna. Così come bisogna decidere cosa fare per la questione Sicilia dove i Cinquestelle hanno preso un seggio in più rispetto ai candidati che avevano presentato».
Il Parlamento quando si esprimerà sui casi di questi parlamentari in bilico?
«Conto di portare il
dibattimento nella camera di consiglio della giunta la prossima settimana, poi dovrà votare l'aula. È giusto sollecitare, è tempo che si arrivi a una decisione, ma non c'è inerzia, ci sono procedure complesse da rispettare».
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