L'Rt scende ancora ma resta l'allerta. Ora in zona gialla 50 milioni di italiani

L'Iss: "Miglioriamo però incidenza elevata". Rischio alto in 5 Regioni, meno restrizioni in Lombardia, Piemonte, Calabria e Basilicata. Ieri 18.727 positivi e 761 morti. Il Tar boccia l'Abruzzo.

L'Rt scende ancora ma resta l'allerta. Ora in zona gialla 50 milioni di italiani

Pronti, via. L'Italia cambia ancora colore. La curva migliora, l'Rt scende a 0,82, ma seppur l'incidenza dei nuovi casi sia in diminuzione, il report settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità avverte che è ancora molto elevata e che potrebbe anche esserci una sottostima della velocità di trasmissione del virus.

Sono 14 le regioni a rischio moderato, due a rischio basso (Basilicata e Molise) e 5 elevato (Emilia Romagna, Provincia di Trento, Puglia, Sardegna e Veneto). Inoltre ben 16 sono oltre la soglia critica per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale. Ma poiché il venerdì è il giorno in cui la cabina di regia nazionale valuta i dati epidemiologici dei territori e decide se ci sono le condizioni per innalzare o attenuare il livello di rischio, Lombardia, Piemonte Basilicata e Calabria domani tornano gialle e si riprendono un po' delle libertà a cui hanno dovuto rinunciare nelle ultime settimane. Il ministro Speranza ha firmato l'ordinanza che di fatto farà tornare 50 milioni di italiani in zona gialla. Anche la Toscana era pronta, il governatore Eugenio Giani si augurava di poter allentare le misure, ma ha già detto che non ci sarà alcun braccio di ferro come quello che c'è stato tra il governo e il presidente dell'Abruzzo Marco Marsilio, che nei giorni scorsi aveva anticipato il passaggio da zona rossa ad arancione della sua regione provocando la reazione di Speranza. Il ministro aveva impugnato il provvedimento davanti al Tar, che ieri ha accolto la richiesta di sospensiva del governo, lasciando di fatto l'Abruzzo in zona rossa fino a domenica, quando entrerà in vigore l'ordinanza di Speranza che nel frattempo ha disposto l'area arancione per l'Abruzzo.

Seppur lentamente, l'epidemia sta rallentando. Ma non bisogna cedere a facili entusiasmi. È la raccomandazione di Gianni Rezza, il consigliere più ascoltato di Speranza: «È necessario che i cittadini continuino a mantenere dei comportamenti estremamente prudenti e al tempo stesso le amministrazioni locali devono vigilare e mantenere alto il livello di allerta». Ieri i contagi sono aumentati leggermente, sono 18.727, contro i 16.999 delle 24 ore precedenti, un dato legato al numero di tamponi, 190.461 (rispetto ai 171.586 di giovedì). Stabile il rapporto test/positivi, che si conferma sotto il 10%. Purtroppo sempre alto il numero dei decessi, 761, mentre la pressione sugli ospedali si sta allentando: i pazienti nei reparti ordinari sono 28.562 (-526), mentre nelle terapie intensive sono 3.265 (-29). Il Veneto continua ad essere la regione con più nuovi contagi (3.883), seguita da Lombardia (2.938) e Piemonte (1.553). Bene il Lazio, dove l'Rt è a 0,67, Roma è sotto i 600 nuovi casi e il presidente Nicola Zingaretti ha deciso di riaprire i grandi negozi al dettaglio nei weed end. In Campania il governatore Vincenzo De Luca chiede provvedimenti più rigorosi e dice no al rilassamento e all'apertura della mobilità: «Quest'anno Natale e Capodanno non esistono».

La Valle d'Aosta è la regione con il minore aumento di casi e, forte dei dati rassicuranti e della sua autonomia, rivendica l'ingresso in zona gialla. «Da oltre 14 giorni siamo in zona gialla e i dati lo dimostrano», scrive il presidente della Regione, Erik Lavevaz, a Speranza, per rivendicare l'uscita dalla zona arancione.

Intanto oggi entra in vigore la contestata norma regionale che gli consente di disporre autonomamente l'apertura di esercizi commerciali, bar e ristoranti, la pratica sportiva e la libertà di movimento dei cittadini, in deroga ai Dpcm. Legge che il governo sta valutando di impugnare.

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