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L'sms ai deputati, poi l'annuncio di Crippa: il blitz M5s sul dl Aiuti

L’annuncio del capogruppo pentastellato alla Camera a pochi minuti dalla votazione: “Riteniamo alcuni contenuti non coerenti”

L'sms ai deputati, poi l'annuncio di Crippa: il blitz M5s sul dl Aiuti

Via libera della Camera al decreto Aiuti: 266 voti favorevoli e 47 contrari (FdI e Alternativa). Ora il testo passa al Senato, dove dovrà essere approvato entro questa settimana, pena la decadenza. Ma la bufera è già in corso, grazie al solito M5s. Dopo ore di tensione, di indiscrezioni e di voci, i deputati pentastellati non hanno partecipato alla votazione finale.

Prima l’sms ai deputati, poi l’annuncio di Davide Crippa: queste le tappe del blitz grillino sul dl Aiuti. Un’operazione firmata Giuseppe Conte, pronto a tutto per minare la tenuta della maggioranza a sostegno di Mario Draghi. A pochi minuti dalla votazione alla Camera, infatti, i deputati M5s hanno ricevuto un messaggio con un’indicazione chiara: non partecipate al voto finale. Un messaggio confermato da diversi parlamentari all’Ansa.

Poi è stato il turno di Davide Crippa (foto sotto), capogruppo pentastellato alla Camera. “Avendo espresso il nostro sostegno al governo, esplicitato nel voto di fiducia di giovedì scorso, annuncio che il M5S non parteciperà alla votazione finale sul provvedimento”, le parole del deputato vicino a Giuseppi. Crippa ha aggiunto: "Sul superbonus ci aspettavamo di più, occorre intervenire immediatamente, senza se e senza ma, mentre c'è stata mancata discussione". Pur rilevando l’utilità di parte delle misure, il Movimento 5 Stelle non ha valutato positivamente “i metodi”. Inoltre, alcuni contenuti “non sono stati ritenuti coerenti con le finalità generali del provvedimento”.

Davide Crippa

Le mosse del M5s mettono a rischio la coesione del governo. Da Forza Italia al Partito Democratico, Conte è stato biasimato da diversi esponenti della maggioranza. “Si è verificato un fatto eccezionale per non dire grave: si è stati chiamati per un voto finale su un provvedimento che prevede 20 miliardi per le famiglie ed uno dei partiti di maggioranza non ha partecipato al voto. Questo non è un provvedimento qualsiasi ma siamo in un momento di grave crisi. Le motivazioni di Crippa assomigliano di più a quelle di un partito di opposizione”, le parole del capogruppo azzurro Paolo Barelli. Ma, come dicevamo, sono arrivate critiche anche dal campo largo. "La scelta politica del M5s è grave. Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l'esecutivo Draghi", il giudizio del dem Andrea Marcucci.

Ora la palla passa al Senato, teatro di un’altra battaglia. Prevista una nuova interlocuzione tra M5s e Palazzo Chigi sulle istanze che Conte ha portato a Draghi.

E proprio a Palazzo Madama il pressing per lasciare l’esecutivo è piuttosto forte: l’orientamento è quello di non votare il decreto, lasciando l’aula.

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