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Luci e ombre di Christine Lagarde, l'erede di Draghi alla Bce

Christine Lagarde ha 63 anni. Avvocato, è stata ministro dell'economia in Francia e poi direttore generale del Fmi, fino alla nomina a presidente della Bce. Una scalata al potere non priva di ombre, tra cui il pugno di ferro sull'austerità

Luci e ombre di Christine Lagarde, l'erede di Draghi alla Bce

Laureata in giurisprudenza, avvocato, donna d'affari, ministro dell'economia in Francia, direttore generale del Fondo monetario internazionale e ora presidente della Banca centrale europea. Non si può dire che Christine Lagarde non abbia fatto carriera. La sua nomina ai vertici dell'Eurotower, ratificata al termine di una lunga trattativa tra i capi di Stato e di governo dell'Unione europea insieme a quella di Ursula von der Leyen alla Commissione, Charles Michel al Consiglio e Joseph Borrell come Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, è senza dubbio la più importante. E al tempo stesso la più delicata, dato il ruolo che l'Eurotower ha nel mantenimento della stabilità dei prezzi in Europa e soprattutto nel sostegno dato agli Stati membri più in difficoltà nel rifinanziamento dei propri debiti, in primis l'Italia. Quello di Lagarde è un percorso netto, non privo tuttavia di qualche ombra.

Laurea e prime esperienze politiche

Nata a Parigi il 1° gennaio 1956, Lagarde ha frequentato la scuola secondaria a Le Havre e a Bethesda, laureandosi poi in legge all'Università di Paris X-Nanterre. Trasferitasi presto negli Stati Uniti, ha lavorato come stagista per il deputato statunitense William Cohen prima di essere assunta nel 1981 allo studio legale Baker & McKenzie. Dove nel giro di qualche anno riesce a fare carriera: nel 1995 entra a far parte del comitato esecutivo e quattro anni dopo viene nominata presidente del consiglio d'amministrazione, prima donna ad accedere a questa posizione (un primato che ha appena bissato con la sua nomina ai vertici della Bce). Nei primi anni 2000 Lagarde torna a vivere in Europa: si trasferisce in Belgio dove fonda l'European Law Centre, una divisione di Baker & McKenzie che si occupa di leggi in ambito Ue. La sua passione per la politica nasce nel 2005, quando diventa ministro delegato al Commercio estero nel governo de Villepin. Poi, nei governi Fillon I e II, viene nominata ministro dell'Agricoltura e dell'Economia.

Dg del Fmi e la benedizione di Macron

Nonostante la sua formazione legale, si fa conoscere presto per la sua preparazione in campo economico. Fondamentale in questo senso la sua esperienza di responsabile del Tesoro francese tra il 2007 e il 2011 in quota ai conservatori dell'Ump, a cui è iscritta ancora oggi. Pur non essendo un'esperta di politica monetaria, nel 2011 assume l'incarico di direttore generale del Fmi al posto del connazionale Dominique Strauss-Kahn, travolto da uno scandalo sessuale. È in questa veste che Lagarde si occupa di alcune importanti crisi internazionali, come quelle del debito greco e dell'Argentina, combattendo la politica dei dazi di Donald Trump. Gli anni al Fmi la rendono una delle donne più famose e potenti del mondo, tanto da essere inclusa più volte nella relativa classifica di Forbes. Il 2 luglio 2019 la sua nomina ai vertici della Bce, accolta con soddisfazione dal presidente francese Macron, per il quale "ha tutte le competenze e le qualità richieste per dirigere la Bce". Eppure, nonostante l'illustre benedizione, non tutti la amano.

La lettera a Sarkozy, l'austerità e il caso Credit Lyonnais

Colpa di alcune controversie che hanno rischiato di rovinarle reputazione e carriera. Infatti, nonostante quel "tocco di umanità" che la caratterizzerebbe nelle sue decisioni - come ha rivelato una fonte del Fmi interpellata dall'agenzia Afp - la neo presidente della Bce si è fatta conoscere negli ultimi anni per il suo pugno di ferro nei confronti della Grecia, a cui la Troika - di cui il Fmi è parte integrante insieme a Ue e Bce - ha imposto alcune misure draconiane per risolvere la crisi del debito ellenico e far rimanere il Paese in Europa. Provvedimenti che hanno certamente migliorato i conti del Paese a fronte però di un netto peggioramento delle condizioni di vita di buona parte della popolazione. Ma i "guai" di Lagarde non finiscono qui. Dopo la sua nomina al Fmi, uscì una sua lettera all'ex presidente francese Sarkozy nella quale si metteva a sua disposizione "per servire i tuoi progetti per la Francia".

Un danno di immagine non paragonabile però a quello economico sulla questione della contenzioso tra l'imprenditore francese Bernard Tapie e l'ente pubblico incaricato di gestire la liquidazione del Crédit Lyonnais relativo alla cessione di Adidas. I fatti risalgono al luglio 2008, all'epoca Lagarde era ministro dell'Economia e fu proprio lei ad affidare l'ultima parola sul contenzioso a un arbitrato extragiudiziale. Mossa che con il senno di poi si è dimostrata sbagliata, avendo Tapie ottenuto un maxi risarcimento dallo Stato francese. L'inchiesta che ne è seguita ha portato la magistratura a dichiarare Lagarde colpevole di negligenza.

Le Monde: "Una nomina controversa"

Alla fine, però, ha avuto ragione lei. Nonostante la sua formazione in ambito legale, Lagarde è chiamata ora a dirigere le operazioni per quanto riguarda la funzione essenziale che i Trattati Ue assegnano alla Bce: l'esercizio della politica monetaria. Sarà in grado di farlo? Se lo chiedono anche in Francia, dove il giorno dopo la sua nomina all'Eurotower il quotidiano Le Monde scrive che il ruolo di presidente della Bce è "la chiave di volta di un sistema ancora fragile. Draghi sarà difficile da rimpiazzare dal momento che la sua comprensione dei mercati era unica".

Anche perché Draghi è un economista, Lagarde no.

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