Guerra in Israele

L'Ue senza coraggio boccia la linea dura contro gli estremisti. Via libera agli aiuti

A Bruxelles non passano gli emendamenti del centrodestra che chiedevano una stretta sui finanziamenti alla Palestina. L'ok solo ad un generico impegno "per costruire la pace"

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La questione dei finanziamenti alla Palestina da parte dell'Unione europea testimonia l'inclinazione ideologica di una parte delle istituzioni di Bruxelles verso la causa palestinese.

A confermarlo è il voto al bilancio UE in questi giorni in cui il parlamento europeo ha bocciato numerosi emendamenti con cui si chiedeva una presa di posizione più decisa contro Hamas e soprattutto una stretta sui finanziamenti alla Palestina.

In particolare, il gruppo Identity and Democracy ha presentato una serie di emendamenti a firma Joachim Kuhs, Matteo Gazzini, Valentino Grant, Eric Minardi che sono stati bocciati a cominciare dal numero 40 con cui si: «invita l'Unione e i suoi Stati membri a rivedere tutti i finanziamenti diretti e indiretti alle organizzazioni islamiste, come Hamas e i Fratelli musulmani; invita la Commissione a verificare se eventuali precedenti finanziamenti dell'Unione a favore dei palestinesi e delle loro organizzazioni abbiano potuto essere stati reindirizzati per finanziare Hamas o altre organizzazioni islamiste e terroristiche».

Non è passato nemmeno l'emendamento 41 in cui si: «ricorda con rammarico che l'Unione ha contribuito per troppo tempo al finanziamento di libri scolastici antisemiti in Palestina; esprime costernazione e vergogna per il fatto che i finanziamenti dell'Unione abbiano contribuito ad alimentare e diffondere l'odio nei confronti di Israele e degli israeliani tra i palestinesi».

Bocciato anche un emendamento dell'ECR al paragrafo 63 in cui si sottolinea l'importanza di rafforzare la linea del vicinato meridionale fornendo assistenza ai rifugiati «in particolare siriani e palestinesi» e proponendo di incrementare gli stanziamenti di 650 milioni di euro. Il gruppo dei Conservatori e Riformisti ha proposto di aggiungere queste parole: «deplora che dai libri di testo e dalle schede didattiche palestinesi non sia stato ancora eliminato il materiale problematico e di incitamento all'odio; sottolinea che l'istruzione e l'accesso degli alunni a libri di testo pacifici e imparziali è essenziale, in particolare nel contesto dei recenti attacchi terroristici aggressivi condotti da Hamas contro Israele; chiede pertanto alla Commissione di verificare attentamente che l'Autorità palestinese modifichi rapidamente l'interno programma di studi; chiede altresì alla Commissione di non contribuire, direttamente o indirettamente, al finanziamento di libri di testo che contengono questo tipo di materiali».

Come se non bastasse anche quest'anno (era già accaduto nel 2022) è stata bocciata la proposta in cui si «esprime profonda preoccupazione per il fatto che la Commissione abbia finanziato e cofinanziato campagne di promozione del velo, in cui si afferma ad esempio che la libertà è nell'hijab».

A passare è invece un emendamento dell'europarlamentare del Ppe Siegfried Muresan con cui, pur condannando «inequivocabilmente i brutali attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele e il suo popolo», si afferma che l'Ue deve «continuare a fornire sostegno per costruire la pace e la stabilità nella regione» con una serie di frasi molto generiche.

Il dato politico è che l'Unione europea, al netto di un'imprescindibile condanna all'attacco di Hamas, sembra non avere la forza (o la volontà) di una necessaria stretta contro l'islamismo.

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