Da Bruxelles una nuova cannonata contro Israele. Se serviva la conferma che il vento della politica estera europea soffia sempre più in direzione contraria a Gerusalemme, ieri è arrivata, nero su bianco. Sotto forma di conclusioni del Consiglio degli affari esteri dell'Ue presieduto da Federica Mogherini. Nel documento, l'organismo che rappresenta i ministri degli Esteri europei stabilisce il principio che «tutti gli accordi tra lo Stato di Israele e l'Ue dovranno inequivocabilmente ed esplicitamente indicare l'inapplicabilità nei territori occupati da Israele nel 1967». La dichiarazione, auspicata da Hamas e proposta da Svezia e Irlanda, è così perentoria e polemica da spingere i ministri a specificare che «non si tratta di un boicottaggio di Israele».
A quello in realtà l'Europa ci aveva già pensato col precedente provvedimento, quello che impone di specificare nell'etichettatura dei prodotti la provenienza dai Territori palestinesi. Lo statement di ieri ha però un significato politico molto forte perché, anche se le pressioni israeliane sono riuscite a evitare una posizione ancora più dura, cioè porre come obiettivo della politica estera Ue la divisione tra Israele e i Territori, resta il fatto che questa divisione per la prima volta viene certificata e può diventare un precedente, un esempio anche per altri Paesi.
Da Israele non nascondono il fastidio: «In quel documento -dice Amit Zarouk, portavoce dell'ambasciata israeliana in Italia- quando c'è da condannare un'azione di Israele, viene citata esplicitamente, quando si condannano azioni palestinesi si parla di entrambe le parti». Una classica ipocrisia delle burocrazie europee che da sempre fa infuriare Gerusalemme. Per di più la mossa di Bruxelles arriva proprio mentre in Israele si moltiplicano gli attentati terroristici palestinesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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