Roma - Abolire il Jobs Act, superare la legge Fornero e dare piena attuazione all'articolo 46 della Costituzione introducendo una normativa che regolamenti la rappresentanza in ambito aziendale e sancisca la partecipazione dei dipendenti ai profitti dell'impresa. Si tratta delle tre principali richieste formulate alla politica, e in particolare al centrodestra, dal segretario generale dell'Ugl, Francesco Paolo Capone, nella relazione del quarto congresso confederale che si è aperto ieri a Roma.
«Abbiamo manifestato assieme a Cisl e Uil contro il Jobs Act - ricorda Capone al Giornale - perché non c'è nessuna evidenza scientifica che la possibilità di licenziare faciliti la creazione di nuovi posti di lavoro». Secondo il segretario dell'Ugl, si tratta di «un'operazione di facciata voluta da Confindustria che si è saldata con il centrosinistra, ma gli accordi di secondo livello, come quello stipulato da Acea, dimostrano che il ripristino dell'articolo 18 è possibile». Stesso ragionamento anche per la legge Fornero. «A 67 anni - aggiunge Capone - le donne e gli uomini hanno il diritto di fare i nonni o di svolgere un altro ruolo nella società che non sia quello di lavoratori». Superare l'attuale normativa reintroducendo il sistema delle quote, intese come somma dell'età anagrafica e di quella contributiva, «è anche una questione di giustizia perché la riforma Fornero ha anche bloccato l'ascensore sociale impedendo ai giovani di trovare lavoro».
L'intervento del segretario della Lega, Matteo Salvini, è stato applauditissimo ieri dai delegati, segno che il Carroccio ha fatto breccia anche nel sindacato per il quale ha sempre rappresentato un titolo di merito la difesa delle istanze della destra sociale.
«Noi abbiamo feeling con tutto il centrodestra, come dimostra la lettera aperta con la quale ci siamo rivolti ai tre leader della coalizione, Berlusconi, Salvini e Meloni», aggiunge Capone spiegando che «noi siamo dalla parte dei lavoratori e abbiamo intenzione di influire sulle politiche del centrodestra in materia di previdenza e di lavoro». Non a caso uno dei punti programmatici qualificanti è lo stop allo sfruttamento dell'immigrazione clandestina, serbatoio per il mercato del lavoro nero.
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