Lula sogna il Brasile. "I fan di Bolsonaro si dovranno adeguare"

L'ex presidente punta a riprendersi il potere, ma lo sfidante potrebbe ribaltare i sondaggi

Lula sogna il Brasile. "I fan di Bolsonaro si dovranno adeguare"

Il Brasile non è un Paese per principianti. Lo diceva il famoso compositore Tom Jobim e le elezioni presidenziali di ieri lo hanno confermato. Come in una finale di Mondiali di calcio, è stata suspence fino all'ultimo voto. Alla fine sembra proprio che abbia vinto il cosiddetto voto «envergonhado», ossia il voto di chi ai sondaggi ha dichiarato per vergogna o per paura un'intenzione elettorale differente, alterando così le previsioni. Si tratta di un fenomeno frequente in Brasile ma, secondo la società demoscopica Datafolha, quest'anno è aumentato, arrivando a ben il 36%.

Al momento in cui andiamo in stampa, con il 4,90% dei seggi scrutinati, il presidente in carica Jair Bolsonaro, è in testa con 48,84% di voti, contro un Lula, ad appena il 42,10%. L'ex presidente era dato per super favorito dai sondaggi commissionati dal quotidiano Folha di Sao Paulo (Datafolha) e dal conglomerato mediatico Globo (Ipec) che erano usciti sabato notte, dandolo addirittura come vincente al primo turno.

Invece il trend emerso chiaramente nella prima fase dello scrutinio è stato un vero e proprio colpo di scena. Infatti non solo lo scenario del secondo turno si fa altamente probabile, ma la situazione rischia di capovolgersi aprendo nuovi scenari, impensabili alla vigilia.

Probabilmente ha inciso sui sondati sballati, oltre al voto «envergonhado», anche il fatto che l'ultimo censimento fatto nel paese del samba risale al 2010 e, dunque, il Paese reale non è più rappresentato dai database usati da Datafolha e Ipec.

Forse a scatenare questo colpo di scena sono stati i dati economici. Le previsioni di crescita del Brasile per il 2022 parlano infatti di un PIL che oscilla tra il più 2,9%, secondo Goldman Sachs, ed il più 3,25%, a detta di Bank of America. Due valori che superano per la prima volta dopo 41 anni la Cina, che per la Banca Mondiale si fermerà al più 2,8%. La disoccupazione è scesa dopo 7 anni per la prima volta sotto il 9%, mentre l'inflazione chiuderà il 2022 al 5,5%, sotto quella Ue. Inoltre, il presidente in carica aveva aumentato il sussidio «Auxilio Brasil» a 600 reais (circa 120 euro), riducendo le tasse sui carburanti e facendo della benzina brasiliana una delle meno care dell'America Latina.

Bisognerà vedere ora, in caso di secondo turno, che impatto avranno sugli elettori quegli elementi del personaggio Bolsonaro che tante critiche gli sono valse nei suoi anni di governo. Per esempio l'empatia pari a zero nei confronti di minoranze indigene, Lgtb e le vittime del Covid. Inoltre, i dati della Rete Brasiliana di ricerca sulla sicurezza alimentare, resi noti un mese fa. In base a queste statistiche, oggi l'insicurezza alimentare in Brasile colpisce 33,1 milioni di persone, ben 14 milioni in più rispetto al 2020. La pandemia ha avuto un ruolo, ma anche la riduzione dell'85% degli investimenti pubblici in programmi destinati a sostenere l'accesso alimentare. Non bastasse, Bolsonaro ha anche negato fino a qualche giorno fa il «problema fame» con dichiarazioni ad effetto devastanti per la sua immagine. Basti pensare, ad esempio, a questa: «Ci sono persone che se la passano male in Brasile ma vedete qualcuno chiedere pane alla cassa in panetteria? No che non si vede». Eppure, nonostante tutto questo, le urne non lo hanno penalizzato come si pensava alla vigilia.

Se lo scrutinio del 100% dei voti confermerà il ballottaggio, per il prossimo 30 di ottobre saranno decisivi i voti che ieri sono andati agli altri candidati, in tutto circa il 10%. Sullo sfondo peserà anche uno scenario geopolitico internazionale completamente diverso rispetto a quello in cui Lula vinse nel 2002.

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