Inseguito da sondaggi di (im)popolarità impietosi, evitato con cura dai candidati al Senato che ne temono il pubblico sostegno quasi quanto il contagio dell'ebola, il presidente degli Stati Uniti si è dovuto inventare una maniera per veicolare un messaggio elettorale utile alla causa del partito democratico. Forse guardandosi allo specchio e ricordandosi quanta parte del suo successo in politica sia dovuto al suo aspetto esteriore, Barack Obama ha tirato fuori dal cilindro un vero classico del suo repertorio retorico: un bel discorso a sostegno dell'uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
Obama ha scelto l'occasione del tradizionale messaggio del sabato, l'ultimo prima della giornata elettorale di martedì 4 novembre, per far passare un messaggio di indiretto sostegno ai candidati del suo partito, che in queste elezioni di medio termine rischia seriamente di perdere il controllo del Senato: problema per lui non da poco, considerato che i repubblicani sono già maggioranza alla Camera dei rappresentanti. «Le donne meritano una paga giusta - ha detto il presidente -. Anche se siamo nel 2014, ci sono donne che ancora guadagnano meno di un uomo pur facendo lo stesso lavoro». «Non abbiamo cittadini di seconda classe in questo Paese, non dovremmo averne nemmeno nei luoghi di lavoro - ha aggiunto Obama con toni da comiziante - e dunque facciamo in modo che abbiano identici stipendi quando svolgono un identico lavoro».
Parole ineccepibili quelle del capo dello Stato, ma pronunciate con un tempismo fin troppo evidente. Che si è palesato nelle frasi successive. «Al momento, le donne compongono quasi la metà dei nostri lavoratori. Sempre più donne costituiscono la principale fonte di reddito per le loro famiglie», ha ricordato Obama. «La semplice verità è che quando le donne hanno successo, l'America stessa ha successo. E dovremmo scegliere politiche che portino vantaggi alle donne, perché tutti noi ne traiamo beneficio».
Insomma, un bel richiamo elettorale a quella «quasi metà dei lavoratori» che è anche quasi metà degli elettori.
Non poteva mancare la steccata finale agli avversari repubblicani, fin lì mai chiamati per nome: l'accusa di aver bocciato il salario minimo, «di cui avrebbero beneficiato soprattutto le donne». L'appello è lanciato: sarà il voto rosa a salvare ancora una volta il bel Barack?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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