Per la serie nuovi fenomeni della politica italiana, benvenuta ad Anna Rita Leonardi, esponente locale del Pd calabrese in attesa di carriera nazionale a forza di risse. La signorina ha aperto un nuovo fronte per le battaglie democratiche del suo partito e ha individuato un nuovo nemico nientemeno che in Jerry Calà. L'attore è stato investito dalla furia della giovane piddina per l'intervista realizzata da Paolo Giordano sul Giornale in cui Calà ha raccontato di non aver ricevuto molte proposte di lavoro «forse perché non odoro di sinistra e non invoglio i registi. Per carità, non è una lamentela, soltanto una amara considerazione».
La frase di Calà ha provocato una reazione violenta della Leonardi, che su twitter si autodefinisce «reggina, napoletana di adozione, dirigente Pd, juventina». In spregio al codice penale, la giovane democratica calabrese ha vomitato una tweet diffamatorio verso il povero Calà: «Quella sottospecie di comico fallito di Jerry Calà ci dice che il cinema non lo vuole perché non odora di sinistra. Tranquillizzatelo. Il cinema non lo vuole, semplicemente, perché è un cretino senza talento». Il tweet, poi rimosso, ha scatenato reazioni per la violenza dei toni contro l'attore.
Il bello è che la Leonardi, dopo aver insultato Calà, si è sentita offesa lei e ha chiesto pubblicamente al comico di «prendere le distanze dai suoi fans» che avevano reagito a tono al suo insulto. Non contenta, la piddina di Platì si è poi avventurata in un'autogiustificazione surreale. Secondo lei, dando del «cretino senza talento a Calà» non si riferiva a Jerry Calà come persona, ma a Jerry Calà come artista. «Ribadisco che il tweet (seppur pesante) era rivolto all'artista e non alla persona. Porgo le mie scuse se, per causa mia, le offese sono sembrate personali. Sul piano artistico confermo il mio pensiero». Geniale. Poi si dev'essere accorta di aver oltrepassato il limite e tornata in sé, dopo aver cancellato il tweet, ha annunciato di aver «provveduto a porgere a Jerry Calà le scuse personali per alcune parole eccessive che gli ho rivolto. Chi critica deve sempre farlo con misura, e quando esagera deve ammetterlo con onestà (anche quando pensa di aver ragione). Detto ciò lo andrò presto a conoscere e ci stringeremo la mano». La formula standard per cercare di evitare una querela.
La signorina peraltro è una che si azzuffa di frequente sui social, insultando pesantemente al primo commento sgradito. Ad uno degli ultimi che ironizzava sul Pd ha risposto «cesso, ti sei beccato una bella denuncia» senza considerare che dare del cesso ad una persona è da denuncia. Un'altra volta aveva litigato con la bersaniana Chiara Geloni, ex direttrice di YouDem, per aver scritto che il Pd «pagava una grassona 6000 euro al mese per attaccare figurine ai pc e portargli la birra», negando poi di riferirsi alla Geloni, effettivamente pagata quella cifra per dirigere YouDem in epoca Bersani (amante di birre). E pensare che la Leonardi, pur avendo poco più di 30 anni, è già riuscita ad essere bersaniana e poi renziana.
Con l'ex premier nel 2016 si è candidata a sindaco di Platì ma poi si è ritirata a poche ore dalla chiusura delle lsite perché, spiegò «ho subito un anno di boicottaggio con attacchi personali e insulti». Materia in cui è senz'altro esperta.
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