Nel 2015 il Comune di Milano ha incassato più di 188 milioni dalle multe, 51 milioni in più rispetto al 2014. Un bel «gruzzolo» che conferma quanto le multe, (non solo per il Comune di Milano va detto) siano diventate fondamentali per far quadrare i conti che traballano e una forma subdola di tassazione aggiuntiva. Nei bilanci delle amministrazioni la voce multe resta una di quelle più importanti e, sempre restando a Milano, basta far due conti per capire quanto sia sostanziosa. A Palazzo Marino i vari verbali garantiscono un introito di circa 516 mila euro al giorno, e cioè 21.500 euro l'ora oppure 358 euro che ogni minuto, anche se la sostanza non cambia. E siccome il meccanismo è efficace spesso si trova il modo di renderlo ancora più redditizio.
L'ultimo esempio è quello che riguarda Atm, l'azienda dei trasporti milanese, società partecipata del Comune di Milano, che poco tempo fa si è vista recapitare una multa più o meno di un milione e mezzo per non aver pagato la Tarsu, la tassa sui i rifiuti solidi urbani per le strisce blu che ha in concessione. L'azienda, che controlla gli spazi di sosta e quindi ne trae beneficio economico, deve pagare una tassa sui rifiuti lasciati da chi posteggia. Ma non c'è un delibera che fissi i criteri, quindi non è mai successo. Mai accaduto in tutti questi anni che venisse notificato un simile avviso di pagamento. Anche se in realtà un precedente c'era quando nel 2012 il Comune e l'allora assessore al bilancio Bruno Tabacci notificarono all'azienda di Foro Bonaparte una cartella di 2,7 milioni di euro per l'Ici arretrata nel periodo che va dal 2006 al 2010 sulla proprietà dei negozi nei mezzanini della metropolitana.
Ma è chiaro che è una questione diversa. Ora con l'assessore Francesca Balzani (sfidante di Giuseppe Sala alle primarie del centrosinistra) la contravvenzione riguarderebbe il 2010, ma altre ne arriveranno per gli anni a seguire. Quindi, calcolatrice alla mano, il saldo finale potrebbe davvero essere un bella cifra che si avvicinerebbe ai 18 milioni di euro, considerando more, sanzioni e interessi. Allora la domanda sorge spontanea.
Ma se Atm è una partecipata del Comune che fa Palazzo Marino? Multa se stesso? Come diceva un rimpianto presidente del Consiglio a pensar male si fa peccato però spesso ci si azzecca. E allora la stangata una spiegazione potrebbe averla proprio considerando che Atm è un'azienda del Comune. Una decina di giorni fa il presidente e direttore generale di Atm Bruno Rota ha annunciato con soddisfazione che nel prossimo bilancio 2015 che sarà presentato tra qualche settimana l'utile dell'azienda potrebbe essere raddoppiato.
Il conto è presto fatto: nel 2014 l'utile Atm ha sfiorato il 5,6 milioni ora si potrebbe arrivare a 12. Quindi? Quindi, una bella cifra che a Palazzo Marino fa gola e potrebbe anche prendersi attirandosi però la critica di trattare le sue partecipate come «bancomat». Allora? Allora meglio multarle...
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