L'ultima frontiera dell'amore: dirsi addio sparendo nel nulla

Una volta si usciva per «comprare le sigarette» e non si tornava più. Oggi ci si lascia via internet (ma ci si spia...)

di Massimiliano Parente

D obbiamo parlare», mi hai scritto lei. Quando in una relazione una donna dice «dobbiamo parlare» io penso sia finita, perché è una frase che si dice quando le cose non vanno più, e tu lo sai già, e lei lo sa già, solo che lei vuole parlare, le donne vogliono sempre parlare, ma di cosa vuoi parlare? Tra l'altro mi stava tradendo con un altro, quindi c'era poco da parlare. È come se un condannato dicesse al giudice che ha appena emesso la sentenza «dobbiamo parlare». Così l'ho bloccata: ho bloccato le telefonate, ho bloccato Whatsapp, ho bloccato Telegram, ho bloccato Messenger. iMessage no, perché non aveva un iPhone (e secondo me non bisognerebbe mai fidarsi di una donna che ha Android, ma questa è un'altra storia).

Insomma, è come una volta quando uno usciva dicendo di andare a comprare le sigarette e poi non tornava più. Solo che oggi si chiama «ghosting», e ho appreso da poco di essere un praticante del ghosting. Secondo un sondaggio del sito PlentyofFish l'80% delle persone tra i 13 e i 33 anni ha subìto un'esperienza di ghosting. Tuttavia, poiché le persone si accoppiano a due a due, ci sarà un 80% dall'altra parte che il ghosting l'ha inflitto. Mi sento meno solo.

In ogni caso il ghosting non è così sicuro come dicono, perché c'è chi non ci sta e ricorre ai vecchi metodi. Tipo come ha fatto la mia amante in questione, presentandosi una sera sotto casa mia e attaccandosi al campanello, e penso ci sarebbe rimasta tutta la notte se non avessi preso un cacciavite, smontato il citofono e staccato i fili interni. Lì per lì non ti capaciti: ma non l'avevo bloccata ovunque? E ti rendi conto che anche se blocchi una persona non la blocchi realmente, continua a muoversi nella vita reale. Cosa molto fastidiosa. Invece sarebbe bello se quando tu blocchi qualcuno questo si bloccasse veramente, o che si attivasse una ditta che lo mura in casa. «Che fine ha fatto quella tipa con cui stavi? Non la vedo più». «Eh, sai, l'ho bloccata».

Invece dalla realtà virtuale ripiombi nella vita reale, e siccome necessità fa virtù chi l'avrebbe mai detto che mi sarei messo a smontare un citofono, non so attaccare neppure un quadro. Infatti l'ho rotto, e il giorno dopo ho dovuto chiamare un tecnico per ripararlo, a cui ho chiesto: «Scusi ma non esiste un citofono con la funzione ghosting?». Mi ha guardato come se fossi pazzo, mentre è lui a non essere aggiornato con i tempi. Dovrebbero fare dei citofoni che non suonano se hai bloccato una persona da tutte le altri parti.

Tuttavia, diciamo la verità, non l'ho bloccata ovunque. Né io né lei per esempio ci siamo bloccati su Facebook, né su Instagram, perché? O meglio lei mi ha bloccato ma poi risbloccato, e io pure, bloccata e risbloccata. Non possiamo scriverci ma possiamo vedere i nostri social. Con il rischio di ricadere in un'altra tendenza che si chiama «orbiting». L'orbiting è quando sparisci ma non del tutto. Si continua a orbitare virtualmente, a mettere like e cuoricini. Ma io non ho fatto niente di tutto questo, col cazzo che le metto like e cuoricini, e allora perché non l'ho bloccata?

Ve lo spiego io. Perché c'è una tendenza di cui ancora non ha parlato nessuno, si chiama «spying». Non si vuole avere a che fare più con l'altro, non si vuole neppure fare l'orbiting, ma lo si vuole spiare. Si va sul suo account per vedere semplicemente cosa posta, cosa scrive, senza dare nessun segnale di presenza. Per vedere cosa fa, come vive senza di noi.

Ecco: come vive, e soprattutto perché vive, questo è il motivo. Lei, per esempio, mi diceva sempre «non posso vivere senza di te», sono frasi che si dicono, ma io le avevo creduto, e invece perché, pur avendola lasciata, non è ancora morta? Uno ci resta male.

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