L'ultima gaffe di Macron: "Petain? Un grande soldato"

Il presidente riabilita con tutti gli onori il maresciallo che fu capo del governo di Vichy. E il Paese si indigna

L'ultima gaffe di Macron: "Petain? Un grande soldato"

Parigi «Ho sempre guardato la storia del nostro Paese negli occhi». Il presidente francese Emmanuel Macron è lapidario. E inaspettatamente annuncia che sabato ci sarà una celebrazione anche per il maresciallo Philippe Pétain, che fu capo del governo di Vichy dal 1940 al 1944 collaborando con la Germania nazista. «Non nascondo nessuna pagina della storia», ha detto ieri il capo dello Stato da Charleville-Mezieres (Ardenne), dove si trovava per un Consiglio dei ministri delocalizzato in uno dei luoghi della memoria. Sulla celebrazione di Pétain, «il mio ruolo è spiegare». Non c'è «alcuna contraddizione» tra la condanna delle sue «fatali scelte» e il ricordo di eroe di guerra, insiste. «Può essere stato un gran soldato nella Prima guerra mondiale e aver portato avanti scelte funeste nella Seconda». «Legittimo» dunque rendergli omaggio, «nessuna contraddizione».

Una delle figure più discusse della storia contemporanea transalpina, accusato di tradimento dopo la sconfitta dell'esercito francese da parte delle truppe di Hitler, entra nel Pantheon degli eroi celebrati pubblicamente. Inevitabile la polemica, con l'Eliseo costretto a mettere on line la versione integrale del Macron-pensiero, apparsa in un primo momento a dir poco sconcertante.

Il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche (Crif) si dice «scioccato» per la volontà di includerlo negli omaggi del centenario dell'armistizio. «L'unica cosa che ci ricordiamo di Pétain è che è stato bollato di indegnità nazionale al momento del suo processo nel luglio '45», fa sapere il presidente Francis Kalifat. «Era un gran soldato. La vita politica come la natura umana sono spesso più complesse». Bisogna prenderne atto.

Pétain sarà incluso in una lista di otto marescialli che sabato a Parigi saranno onorati nel centenario dell'armistizio dell'11 novembre 1918. «Mi sono sempre opposto al disfattismo francese nei confronti di qualsiasi ideologia. Ma riconosco la parte che i nostri marescialli hanno giocato. Gli dobbiamo la vittoria». Così l'inquilino dell'Eliseo ha concluso il quarto giorno del suo tour lungo gli itinerari del primo conflitto mondiale.

Sabato mattina agli Invalides la cerimonia-omaggio al «gran soldato». «Giusto rendere omaggio ai marescialli, come ogni anno», ha detto l'inquilino dell'Eliseo. Un segno di continuità con Mitterand, che fece deporre una corona di fiori sulla tomba di Pétain a titolo di eroe di Verdun, senza esporsi troppo. Macron guarda le telecamere e lo definisce «realmente grande». Per l'ex candidato socialista alle ultime presidenziali Benoit Hamon, «niente giustifica una simile vergogna». Dura reazione anche di Jean-Luc Mélenchon della Francia Ribelle.

L'operazione reconquista dell'elettorato in vista delle europee si sta rivelando un boomerang, per Macron. Gira la Francia da giorni, risponde alle critiche dell'uomo di strada sul rincaro dei prezzi del carburante. Provando, col suo tour, ad allontanare le voci anche sul suo precario stato di forma.

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