Coronavirus

L'ultima ritirata degli scienziati: "Niente criticità ma serve cautela"

L'Iss: "Trend positivo, situazione fluida in alcune regioni. Rischio seconda ondata"

L'ultima ritirata degli scienziati: "Niente criticità ma serve cautela"

In Italia non ci sono «situazioni critiche» dal punto di vista dell'emergenza sanitaria e il trend dell'epidemia è in discesa in tutti i territori. Dare il via libera agli spostamenti tra le regioni però è una decisione che dovrà prendere la politica, il governo. Gli scienziati della cabina di regia hanno trasmesso le loro tabelle all'esecutivo ma non si sbilanciano. La sensazione è che per agli esperti sarebbe piaciuto aspettare ancora un po' per il «liberi tutti» ma dopo settimane passate in prima linea, spesso bersagliati da critiche per eccesso di severità, questa volta si limitano ad un report asettico: questo è l'andamento ora tocca al governo e alle regioni trarne le conseguenze. La sintesi spetta a Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. «Il trend è buono pressoché in tutte le regioni.- dice Rezza- Questo mostra che gli effetti del lockdown sono stati estremamente positivi. Naturalmente il virus continuerà a circolare per cui bisognerà continuare a tenere alta la guardia». L'Istituto superiore di Sanità proprio nel comunicare i risultati del monitoraggio della settimana ritenuta cruciale ai fini della riapertura, con i dati raccolti tra il 18 ed il 24 maggio e aggiornati al 26, ha scelto di non convocare una conferenza stampa, forse proprio per evitare domande spinose sulla riapertura delle regioni. L'Iss segnala che non «vengono riportate situazioni critiche relative all'epidemia di Covid-19» ma è pure vero che la situazione non è la stessa in tutte le regioni. «L'incidenza settimanale rimane molto eterogenea nel territorio nazionale- scrive l'Iss- In alcune il numero di casi è ancora elevato denotando una situazione complessa ma in fase di controllo». Si va dai 16.68 casi per 100mila abitanti della Lombardia ai 0,37 della Sardegna. Per il Veneto siamo scesi a 1,63 mentre in Piemonte si registra ancora un'incidenza di 12,46 casi per 100mila contro lo 0,1 della Calabria.

L'indice Rt, la trasmissione dei contagi è sotto l'1 in tutte le regioni tranne il Molise dove è schizzato al 2,2 per un focolaio scoppiato dopo un funerale affollato. Ma è stato chiaramente spiegato che quell'indice nelle regioni con pochi casi oscilla molto facilmente.

E quindi si deve guardare anche ad altri indicatori come sottolinea sempre l'Iss. Ad esempio il numero degli accessi nelle strutture sanitarie. E il report evidenzia che «non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale». Segnali di miglioramento anche sul fronte dei test e del monitoraggio anche se poi dalle singole realtà anche negli ultimi giorni arrivano indicazioni sul rallentamento dei tamponi. Il tracciamento poi è al palo. La sperimentazione con l'App Immuni non è ancora partita. Gli scienziati insistono: «le misure di lockdown hanno effettivamente permesso un controllo dell'infezione da Covid 19 sul territorio nazionale». Al momento «permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte Regioni italiane». Dunque occorre insistere con «l'igiene individuale e il distanziamento fisico» e «rafforzare i servizi territoriali per la prevenzione». Insomma una risposta certa dagli scienziati ai cittadini non c'è perché molti interrogativi rispetto a questo coronavirus non hanno ancora avuto una risposta. E infatti sia il presidente Iss Silvio Brusaferro sia l'Organizzazione Mondiale della Sanità lanciano l'allarme per il rischio di una «seconda ondata» dell'epidemia per il prossimo autunno.

E ancora non siamo fuori dalla prima.

Commenti