Cronaca locale

L'ultima sigaretta

Il sindaco di Milano Sala e la lotta all'inquinamento: «Anche il fumo incide sullo smog Vietato da subito in coda alle fermate di bus, tram e servizi pubblici. E dal 2030 all'aperto»

L'ultima sigaretta

Milano come New York dichiara guerra alle «bionde». Sarà sempre più difficile fumare liberamente in città, il sindaco Beppe Sala ha annunciato ieri un obiettivo di lungo periodo - sigarette vietate in tutti i luoghi all'aperto dal 2030 - e una stretta in arrivo a brevissimo. Il Comune approverà entro marzo il «Piano Aria e Clima», un maxi regolamento che punta a ridurre l'inquinamento atmosferico, «a tutela della salute e dell'ambiente e per rispondere all'emergenza climatica», e Sala avverte che «subito dopo» firmerà un'ordinanza per vietare il fumo alle fermate dei bus e in coda ai servizi pubblici, perché «non è giusto che gli altri subiscano» e perché «le analisi fatte anche da esperti esterni all'amministrazione dimostrano quanto il fumo delle sigarette incida sullo smog».

Il responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell'Istituto dei Tumori di Milano Roberto Boffi, che ha condotto diversi studi sul tema, denuncia che «una sigaretta è capace di inquinare dieci volte più di un diesel in termini di particolato». Lo ha ribadito nei giorni scorsi, mentre impazzavano le polemiche sui blocchi auto imposti da Virginia Raggi a Roma. E in passato Boffi ha riferito che i test hanno dimostrato che «tre sigarette tenute accese consecutivamente in un box inquinano 15 volte di più che un diesel tenuto acceso nello stesso box. Addirittura, una sigaretta inquina più di un tir». Sempre a Milano, dal mese scorso l'Università Statale e la Bicocca hanno approvato regolamenti per rendere gli atenei «smoke free». Il fumo è bandito negli spazi aperti - cortili, porticati, giardini -, vietate anche le sigarette elettroniche, gli studenti devono rassegnarsi a frequentare le aree riservate.

In attesa di cartelli e multe alle fermate dei bus, Sala incassa le polemiche dei leghisti. Il deputato e capogruppo milanese del Carroccio Alessandro Morelli definisce la crociata antifumo della giunta Pd «un'arma di distrazione di massa.

Ha sbagliato tutte le politiche ecologiche, non basterà spegnere le sigarette in strada per ripulire l'aria di Milano, forse bisognerebbe cambiare sindaco».

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