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L'ultimo orrore: la taglia sugli ebrei. E l'Italia vigila: "Massima allerta"

Accademici nel mirino: "100mila dollari per il delitto, 20mila una casa bruciata"

L'ultimo orrore: la taglia sugli ebrei. E l'Italia vigila: "Massima allerta"
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"Centomila dollari per uccidere un ebreo". Non è il titolo di un film, né una tremenda provocazione: è il tariffario della morte pubblicato online contro accademici e studiosi israeliani ed ebrei di tutto il mondo. La nuova agghiacciante frontiera dell'odio antisemita, una Shoah 2.0. A documentare per primo la vicenda è stato il Jerusalem Post, la fonte che ha rivelato l'esistenza di quella che potrebbe essere la più violenta escalation contro gli ebrei e contro gli israeliani dai tempi bui fino ad oggi.

Dietro il portale si presenta il "Punishment for Justice Movement", un gruppo che si definisce "antisionismo estremista". La home page visionata anche da il Giornale accusa accademici e ricercatori di "usare le loro conoscenze per uccidere persone innocenti e bambini, diffondendo armi di distruzione di massa all'esercito israeliano". È questa la premessa ideologica con cui si giustifica una schedatura globale. Sul sito infatti si vedono uno dopo l'altro nomi, cognomi, foto, indirizzi, familiari, numeri di telefono di tutti i bersagli da colpire. Ma la cosa più macabra sono le taglie sotto ogni faccia sorridente delle persone da "eliminare".

I bersagli, come riporta il Jerusalem Post, sono accademici della Ben-Gurion University, del Technion, del Weizmann Institute, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, dell'Università di Tel Aviv, di Harvard, Oxford e perfino del CERN in Svizzera. Persone che vivono principalmente in Regno Unito e negli Stati Uniti. Una vero e proprio attacco al mondo accademico occidentale.

In Italia per ora, fonti qualificate del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, dichiarano a il Giornale che "non ci sono evidenze di dinamiche riconducibili a taglie o compensi sui fatti gravissimi avvenuti dopo il 7 ottobre". Nessuna traccia, dunque, di fenomeni analoghi sul territorio nazionale. Ma l'allerta è altissima: "l'approccio dell'attenzione è massimo", ribadiscono le stesse fonti.

Il Jerusalem Post ha documentato nel dettaglio il tariffario. Una lista fredda e brutale, che assegna un valore economico alla vita umana: 50mila dollari per uccidere uno della lista. Ma non solo: 20mila dollari per incendiare case o automobili degli accademici nel mirino e 1000 dollari per affiggere cartelli diffamatori nelle loro aree di residenza. Non servono killer professionisti: il sito permette di "negoziare dei veri e propri contratti in comunicazioni sicure", spiega il quotidiano israeliano. Sempre secondo il Jerusalem Post, alcuni bersagli vengono classificati come "speciali" e valgono ben di più, fino a 100mila dollari: il presidente della Ben-Gurion University Daniel Chamovitz, il fisico e attivista Shikma Bressler, l'ex presidente del Weizmann Institute, Daniel Zajfman. L'accanimento contro gli studiosi non è casuale: il gruppo sostiene infatti che si tratti di "obiettivi legittimi" in quanto permettono con le loro conoscenze di accrescere Israele.

Una fonte israeliana, in contatto con Il Giornale, conferma ciò che si temeva: dietro il movimento non ci sarebbe solo propaganda estremista, ma l'IRGC, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica, il braccio armato del regime iraniano, che avrebbe contribuito alla creazione della piattaforma.

Il messaggio del gruppo è esplicito e spaventoso: "Il movimento sta lavorando per eliminare questi obiettivi e distruggere tutti i loro interessi", si legge nella loro dichiarazione riportata dal Jerusalem Post.

Segue un invito destinato a far tremare l'Occidente: "invita tutti i gruppi militari non ufficiali, i gruppi armati e i combattenti a unirsi".

Questa volta l'odio antisemita non si limita a parole ma ha un listino prezzi, una struttura e un obiettivo dichiarato: la ricerca di killer pronti ad uccidere ebrei.

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