Milano - Pochi giorni fa Giuliano Pisapia aveva paventato: «Abbiamo lavorato cinque anni benissimo. Ma se l'ultima settimana esonda il Seveso, rovina tutto». Vale a dire: sarà il meteo a decidere chi governerà Milano. Ieri sulla città si è abbattuta una bomba d'acqua da novanta litri al metro quadrato in sole tre ore (pari a tutta la pioggia che sarebbe dovuta cadere nell'intero mese di maggio). Ed è stato tilt completo. Allagamenti ovunque, strade chiuse, traffico nel delirio, treni e metropolitane bloccati, scuole evacuate, ospedali invasi dall'acqua, alberi caduti, cavi elettrici tranciati, Protezione civile e Vigili del fuoco senza tregua.
Al di là delle battute del sindaco in scadenza - «vorrei l'assicurazione che non sia il diluvio universale», ha scherzato ieri - il nubifragio è subito diventato caso politico. Nel mirino le opere, e le non opere, della giunta Pisapia per scongiurare il disastro. «Gli allagamenti ci sono stati perché nessuno ha fatto niente in questi cinque anni - ha attaccato il candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi - Solo la Regione ha fatto degli stanziamenti». L'ex primo cittadino Gabriele Albertini, capolista della Lista civica «Parisi per una Milano unica», ha sottolineato che come molte altre volte in questi ultimi cinque anni «interi quartieri di Milano si trovano a vivere con il fiato sospeso per la spada di Damocle che pende sulla loro testa del Seveso e del Lambro che rischiano di esondare. Ancora una volta i milanesi pagano i cinque anni di immobilismo di questa giunta». Critiche anche dalla Lega: «L'ondata di maltempo - hanno dichiarato Paolo Grimoldi e Davide Boni - era ampiamente prevista e annunciata dai bollettini meteorologici e sarebbe bastata un po' di minima manutenzione ai tombini per evitare questi disagi ai milanesi». E da Fratelli d'Italia: «Il lavoro di pulitura dei tombini - ha fatto notare il capolista Fdi-An alle Comunali Riccardo De Corato - che veniva fatto con regolarità in passato, da quando a Palazzo Marino c'è il centrosinistra è stato dimenticato. Gli oltre 120mila tombini sono intasati da foglie, cartacce e rifiuti vari quindi le strade si allagano a ogni pioggia».
In città è ancora viva la polemica per i fondi che dal progetto Expo delle Vie d'Acqua dovevano passare alla messa in sicurezza del Seveso. Ma alla fine sono stati dirottati dal cda guidato da Giuseppe Sala per coprire i costi non previsti del Padiglione Italia. «Parisi - si è difeso Pisapia - dimostra di non conoscere nulla di Milano e non sa neppure che il commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico è il suo alleato Roberto Maroni. Da parte nostra abbiamo operato concretamente per risolvere una volta per tutte la decennale questione del Seveso».
Allo stato, Regione e Comune hanno stanziato 10 e 20 milioni per la costruzione della prima di quattro «vasche di laminazione», che dovrebbero contenere le acque del fiume fuori dai confini cittadini. I lavori partono a luglio.
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