La luna di miele con Putin è già finita per colpa di Assad

Tillerson in visita a Mosca, ma la crisi non si sblocca E la Russia impone l'ottavo veto all'Onu sulla Siria

La luna di miele con Putin è già finita per colpa di Assad

La tanto attesa luna di miele tra il presidente russo Vladimir Putin e l'americano Donald Trump sembra sia finita ancor prima di cominciare. Dopo l'escalation delle tensioni tra Mosca e Washington degli ultimi giorni, in seguito all'attacco Usa alla basi aerea del regime di Damasco in Siria, i due non hanno risparmiato parole forti e accuse reciproche. I rapporti fra Russia e Stati Uniti sono «peggiorati» da quando è stato eletto Trump, ha tuonato Putin in un'intervista a Mir. «Possiamo dire che il livello di fiducia, soprattutto sul piano militare, non è migliorato, e anzi con ogni probabilità è peggiorato» ha aggiunto. Non è da meno la risposta del tycoon, che a Fox Business Network ha accusato il leader del Cremlino di dare il suo sostegno a «una persona diabolica» e «molto negativa per la Russia e per il genere umano», il presidente siriano Bashar al Assad, poi definito «un animale».

Il tutto poche ore prima che il segretario di Stato Rex Tillerson vedesse a Mosca il collega Sergej Lavrov e lo stesso Putin. L'incontro era stato cancellato nei giorni scorsi a causa dello scontro crescente che ha riportato le due potenze a un clima da Guerra Fredda, e fino all'ultimo il faccia a faccia è rimasto in dubbio. Alla vigilia dell'arrivo del titolare di Foggy Bottom, infatti, la Casa Bianca ha accusato il Cremlino di aver aiutato il regime di Damasco a coprire l'attacco chimico a Khan Shaykhoun, accuse che Putin ha bollato come falsità. Al termine dei due lunghissimi bilaterali non si è consumato uno strappo definitivo. Il confronto è stato franco, e il punto su cui si può provare una ripartenza è una «indagine completa e onesta» sull'attacco nella provincia di Idlib, come ha chiesto Lavrov. «Siamo ben disposti a risolvere le divergenze per migliorare le nostre relazioni» ha aggiunto. Mentre Putin si è detto disponibile al ripristino del memorandum per la prevenzione degli incidenti e sulla garanzia della sicurezza dei voli in Siria, a patto che gli Usa si concentrino nella lotta all'Isis e agli altri gruppi terroristici.

«Abbiamo discusso in modo franco i rapporti tra Usa e Russia, che si trovano ad un punto basso - ha detto Tillerson - Un tale basso livello di fiducia è inaccettabile per le due maggiori potenze nucleari, bisogna porre fine al degrado costante dei rapporti». Poi, però, ha accusato il regime siriano di aver usato bombe al cloro e altre armi chimiche in «oltre 50 occasioni», ribadendo che Assad non può assolutamente governare la Siria e la sua rimozione dal potere deve avvenire in modo strutturato e organizzato. Intanto, all'Onu, è comunque andato in scena un nuovo durissimo braccio di ferro tra gli alleati occidentali e la Russia, che ha posto l'ottavo veto sulla Siria in Consiglio di Sicurezza, ad una risoluzione sull'attacco chimico elaborata da Usa, Francia e Gb. Questo nonostante l'inviato speciale Onu Staffan de Mistura abbia ribadito che «ci può essere solo una soluzione politica a questo sanguinoso conflitto, non può esserci una soluzione militare». «La Russia deve smettere di coprire Assad, il momento è passato da tempo, dobbiamo vedere che è al fianco del mondo civilizzato», ha affermato l'ambasciatrice americana Nikki Haley, lanciando poi un appello a lavorare insieme per la pace.

Dinanzi a tanti stravolgimenti in fatto di politica estera trumpiana, l'opinione pubblica americana si chiede se l'irrigidimento delle posizioni dovuto al cambio di registro deciso dal presidente sia una mossa magistrale del tycoon per allontanare le accuse sul Russiate, e per tentare di raggiungere un consenso interno. E se l'alleanza con Mosca sia solo rimandata a tempi più maturi, specie quando volgerà a suo favore la situazione sul fronte della politica interna.

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