L'Unhcr esorta l'Italia a lasciare sbarcare sulle coste i migranti

L’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati ha esortato l’Italia a non chiudere i propri porti ai migranti. Secondo l’Agenzia, tutti i membri dell’Ue dovrebbero farsi carico dell’accoglienza, senza lasciare i profughi in balia delle onde

L'Unhcr esorta l'Italia a lasciare sbarcare sulle coste i migranti

L’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati ha esortato tutti i Paesi Ue a dare il loro contributo nel quadro dell’accoglienza dei migranti. L’Unhcr ha bocciato la politica di chiusura dei porti adottata da alcuni Governi, in particolare da quello italiano. Il salvataggio in mare dei profughi, secondo l’Agenzia Onu, sarebbe “inderogabile”. Tale istituzione ha comunque biasimato l’ “indifferenza” manifestata in passato da Bruxelles nei confronti dell’Italia, costretta ad affrontare con le sue sole forze l’emergenza-migranti.

William Spindler, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ha affermato che l’Ue deve adottare un “approccio di ampio respiro” nei confronti della questione migratoria. Di conseguenza, egli ha condannato iniziative unilaterali come la chiusura dei porti alle navi che soccorrono i profughi. Le decisioni intese a limitare gli sbarchi e a respingere chi vuole arrivare in Europa sarebbero “pericolose per la tenuta dell’Unione, Unione fondata sulla solidarietà e sui principi umanitari”. L’Unhcr ha quindi esortato gli Stati Ue a non lasciare in balia delle onde i barconi carichi di migranti. Il salvataggio in mare sarebbe un “principio irrinunciabile, uno dei pilastri del diritto internazionale contemporaneo”.

Spindler ha invitato le autorità di Roma a rivedere la scelta di non lasciare sbarcare sulle coste della penisola le navi cariche di disperati. Nonostante il proprio biasimo nei confronti della decisione del Governo Conte di interdire i porti alle ong che soccorrono i profughi, il portavoce dell’Unhcr ha dichiarato che l’Italia merita la comprensione dell’intera comunità internazionale: “L’Italia ha urgente bisogno che la responsabilità di esaminare le domande di asilo venga ripartita tra tutti i membri dell’Unione. È inaccettabile che alcuni Paesi rifiutino tale ripartizione chiudendo i confini e scaricando tutto il peso dell’emergenza sulle autorità italiane”. Spindler ha poi sottolineato il fatto che la soluzione del problema-immigrazione potrà scaturire soltanto dall’impegno degli Stati Ue per la cessazione dei conflitti che stanno insanguinando l’Africa e il Medio Oriente. Dopo avere contribuito all’interruzione delle ostilità, i Governi europei dovranno farsi carico dello sviluppo economico delle regioni di provenienza degli immigrati: “L’Ue deve promuovere il miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi di origine dei migranti. Essa deve incoraggiare la creazione di posti di lavoro nell’Africa subsahariana e il consolidamento di istituzioni efficienti. Gli abitanti di quei luoghi devono maturare la convinzione che ci sono opportunità nei loro Stati”.

Bruxelles, per il momento, non ha varato progetti ambiziosi per il rilancio del “continente nero”. Martedì scorso, i vertici europei hanno annunciato lo stanziamento di “soli” 100 milioni di dollari a vantaggio dei Paesi del Maghreb.

Questi ultimi dovranno impiegare tali soldi per il rafforzamento degli organici delle rispettive Polizie di Frontiera. Il rilancio economico dell’Africa richiede cifre consistenti e un maggiore coraggio da parte delle istituzioni Ue.

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