Cronache

Luoghi di villeggiatura, sindaci terrorizzati: si teme l'invasione nelle seconde case

Appello dei Comuni del Lecchese: "No manutenzione, se non per gravi motivi"

Luoghi di villeggiatura, sindaci terrorizzati: si teme l'invasione nelle seconde case

Hanno paura. Paura che quella finestra lasciata appena socchiusa da Governo, possa spalancarsi in un attimo con un'ondata di cittadini pronti a fuggire dalla metropoli per raggiungere le seconde case sui laghi o sui monti. Il via libera per la «manutenzione» delle seconde case e la possibilità di fare sport anche lontano da casa, hanno messo in allerta i sindaci delle località turistiche dall'Appennino alla Toscana ma anche in Lombardia, specie di quelle zone abitualmente meta di milanesi.

Una preoccupazione che nei giorni scorsi ha portato i sindaci della provincia di Lecco a fare squadra. Si sono accordati su un'interpretazione restrittiva delle norme governative e regionali che riguardano le «seconde case» e le passeggiate. E hanno approvato e sottoscritto un documento diffuso ieri. Hanno aggiunto anche l'avverbio «assolutamente» accanto alla parola «restrittiva». Così da non lasciare ulteriori spazi a fraintendimenti. Se infatti la norma regionale lascia aperta la possibilità di raggiungere la seconda casa «esclusivamente per ragioni di manutenzioni», i sindaci entrano nei dettagli. Cominciando a specificare che per «seconde case» intendono anche «i camper, le roulottes, i bungalows, gli appezzamenti di terreno» e chiariscono che potranno essere raggiunti solo per «comprovati stati di necessità».

Quale «necessità»? Alla riga succeva: «evitare un danno grave, imminente ed irreparabile». L'elenco è variamente catastrofico: pericolo di crollo, problemi statici, perdite idriche, pericolo per la pubblica incolumità (e giù nel dettaglio, persiane che possono staccarsi e cadere sulla pubblica via, tetti pericolanti, infiltrazioni di acqua, caduta di alberi, argini e/o appezzamenti di terreno che rischiano di franare e/o in grave dissesto idrogeologico)». Sono solo esempi per fare capire che l'imbiancatura o il cancello da sistemare, non rientrano nella manutenzione necessaria. Tant'è vero che deve essere fornita anche al Comune la documentazione del problema con tanto di perizia «che comprovi l' indifferibilità ed urgenza» dei lavori. Stretta anche per le passeggiate in montagna, sui sentieri più lontani da casa o sui lungolago. L'ordinanza dei sindaci permette l'attività fisica solo uscendo di casa a piedi o in bicicletta ma non in auto. E neppure «in bus, treno moto... ». I sindaci motivano la loro decisione riportando i dati delle persone risultate positive al Covid nella giornata di domenica. «Il numero è aumentato in modo considerevole - scrivono - 54 persone che ci riportano indietro di un mese e quindi a una situazione assolutamente preoccupante». Sulla stessa linea anche il sindaco di Chiesa in Valmalenco, Renata Petrella. «Milano e Monza e Brianza sono i nostri bacini di utenza - ha detto cosa sucederà ora? So che i sindaci del lecchese si sono opposti in massa.

Dovremmo farlo anche noi».

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