L'urgenza estiva della sinistra: lo spinello va legalizzato

Rissa nel governo per la liberalizzazione della marijuana. Il 25 luglio approda in Aula a Montecitorio la proposta di legge

L'urgenza estiva della sinistra: lo spinello va legalizzato

Roma - Rissa nel governo per la liberalizzazione della marijuana. Il 25 luglio approda in Aula a Montecitorio la proposta di legge che prevede la legalizzazione del consumo di cannabis. In commissione Giustizia alla Camera, dove sono state convogliate le diverse proposte in materia, sono al momento in corso audizioni con esperti sul tema.

Ieri non appena la conferenza dei capigruppo ha reso noto di aver fissato la data per l'inizio della discussione in Aula si sono scatenate reazioni opposte all'interno della maggioranza culminate in un botta e risposta tra il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, e il ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, ovviamente schierati su fronti opposti pur rappresentando lo stesso governo.

Della Vedova che è promotore dell'intergruppo per la legalizzazione della cannabis prevede «una bellissima battaglia parlamentare» e auspica che l'Italia segni «un primato: essere il primo grande parlamento tra le liberaldemocrazie che vota sulla legalizzazione della cannabis». Auspicio che ha mandato su tutte le furie Costa, Ncd, che accusa di «incoerenza» il governo perché «con una mano combatte le ludopatie, i tumori e le tossicodipendenze e con l'altra mano invece usufruisce «delle risorse derivanti dal gioco dal fumo e magari domani dalla legalizzazione della cannabis». Costa critica in particolare l'ipotesi di una «regolamentazione simile a quella dei tabacchi» quindi con un incasso per lo Stato. Quindi il ministro alfaniano accusa il governo di voler «legittimare la tossicodipendenza per poi recuperare le risorse per combatterla e prevenirla» scelte che rappresentano per Costa «acrobazie che non sono altro che contraddizioni». La proposta dunque va respinta e «il governo non potrà avere tentennamenti», conclude Costa. Pronta la controreplica di Della Vedova.

Prima di tutto precisa che la proposta di legge è partita da un'iniziativa parlamentare e non dal governo e che non c'è contraddizione tra «la scelta di combattere l'uso delle droghe e prevenire la tossicodipendenza e allo stesso tempo regolamentare giuridicamente il mercato di hashish e marijuana» perché il proibizionismo ha fallito da tempo. Si prepara un nuovo scontro all'interno del governo come quello sulle unioni civili.

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