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Il M5s in allarme: i nostri sovranisti pronti a mollarci per unirsi alla Lega

Tra molti firmatari del documento anti-Mes c'è un filo diretto con il Carroccio. Un grillino che vuol restare anonimo: votano il Conte ter ma alla prima difficoltà... L'ex Zennaro passa con Salvini

Il M5s in allarme: i nostri sovranisti pronti a mollarci per unirsi alla Lega

Ci mancava solo il caso Borghi. Nel senso di Claudio, deputato leghista No-euro, accusato da un retroscena del Fatto Quotidiano di mercanteggiare senatori grillini in vista della resa dei conti di martedì a Palazzo Madama. Secondo Il Fatto, Borghi compulserebbe il suo smartphone alla ricerca di «anti-responsabili» nel M5s. Forse al Senato, sicuro alla Camera, dove è componente della commissione Bilancio. Con lui negli stessi banchi c'è il grillino «sovranista» Raphael Raduzzi. Che insieme al deputato Alvise Maniero forma la coppia più anti-europeista del Movimento. Una fonte parlamentare dei Cinque stelle conferma l'abboccamento tra il leghista Borghi e i deputati pentastellati in prima linea contro il Mes. «Borghi è uno che ha rapporti assoluti con i vari Raduzzi, Maniero, Cabras e i vari sovranisti alla Camera», dice la fonte del Giornale. E Cabras è Pino, deputato vicino alle posizioni grilline delle origini. Anche lui tra i firmatari della lettera indirizzata al reggente perpetuo Vito Crimi, in cui 13 parlamentari chiedono di mettere nero su bianco un nuovo patto di governo, nel caso si formasse un esecutivo con i responsabili. Al primo punto del programma il No al Mes, da specificare subito e senza infingimenti. Insomma, un filo tra Borghi e i grillin-sovranisti di Montecitorio esiste, eccome. Lo stesso economista eletto con il Carroccio twitta: «Spero da tempo che vengano da noi alcuni deputati M5s validi per rinforzare la squadra, ma ahimè non utili per il mercatino in vista della fiducia». Però nel M5s pesa ancora la mancanza di una linea netta sull'ex Salva-Stati. E anche al Senato esiste un contatto, seppure sembra difficile al momento un passaggio nella truppa leghista prima della fiducia a Conte. A Palazzo Madama c'è l'altro economista sovranista in quota Lega. Quell'Alberto Bagnai che siede in commissione Finanze insieme al senatore M5s Mattia Crucioli. Crucioli è da tempo in rotta con i vertici del suo partito, ma con Il Giornale smentisce l'ipotesi di un suo passaggio immediato con Matteo Salvini. «Il fatto che io abbia visioni diverse dal M5s non significa che io sia vicino alla Lega», dice. Poi spiega: «Comunque ci vuole un chiarimento sul Mes e sulle altre cose da fare e da non fare, se ci fossero troppi cedimenti verso queste forze centriste che appoggerebbero Conte si valuterà il da farsi, stesso discorso varrebbe se rimanesse Italia viva». A Palazzo Madama i fari sono puntati sugli altri sovranisti a Cinque stelle: Bianca Laura Granato, Orietta Vanin, Luisa Angrisani e Margherita Corrado. Alcuni di loro ribadiscono di voler votare la fiducia «condizionata» a Conte. Ma i loro nomi sono da cerchiare, perché potrebbero essere la spina nel fianco del Conte-ter. «Adesso votano Conte per salvarsi, non vogliono abbandonare un lavoro fisso e ben retribuito, ma se il governo avesse difficoltà di nuovo potrebbero passare con Salvini», dice una fonte del M5s al Senato.

Nella giornata in cui sembra che i responsabili si siano dissolti e perfino i grillini tentano di ricucire con i renziani pur di restare in sella, circola con insistenza la voce sui senatori stellati che simpatizzano per la destra. Addirittura si diffonde l'indiscrezione di un ex ministro del Movimento pronto a traslocare nella Lega. Ipotesi respinta al mittente con indignazione dal M5s. Il feeling tra l'opposizione e alcuni parlamentari Cinque stelle è confermato da Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Che arrivando al vertice di coalizione a Via Bellerio rivela: «Quattro o cinque senatori M5s guardano con attenzione al centrodestra». Intanto c'è un segnale.

Antonio Zennaro, ex deputato grillino, ha lasciato il Misto per la Lega.

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