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Cresce la rabbia nel M5S. ​I grillini contro Di Maio. Dessì: "Me ne vado via"

Dopo le epurazioni arrivano gli abbandoni: il senatore Emanuele Dessì ha lasciato il Movimento e nei prossimi giorni altri potrebbero seguirlo. Intanto anche il capo staff della Raggi attacca Di Maio

Cresce la rabbia nel M5S. ​I grillini contro Di Maio. Dessì: "Me ne vado via"

Gli scricchiolii all'interno del Movimento 5 Stelle si stanno trasformando con rapidità in vere e proprie crepe, che se non vengono arginate a breve potrebbero portare al collasso della struttura. L'ultimo episodio in ordine di tempo che ha scatenato l'ira dei grillini è la nomina dei sottosegretari, confermata ieri durante il Consiglio dei ministri. Altre 11 poltrone sono state ipotecate dal M5S nel governo Draghi, assegnate anche a chi in passato, ma nemmeno troppo, ha criticato il premier Draghi. È il caso di Carlo Sibilia, per esempio, che qualche anno fa invocava le manette per il presidente del Consiglio, ma anche di Manlio Di Stefano, che appena poche settimane fa scriveva: "Un governo tecnico nella storia recente l'abbiamo conosciuto e ce ne ricordiamo ancora per la macelleria sociale. Il nostro voto a Draghi non potrà dunque esserci e mi dispiace per gli sforzi, sinceri e caparbi, del Presidente Mattarella". Quando si dice tweet invecchiati male...

Troppe giravolte, troppa confusione e poca chiarezza all'interno del MoVimento stanno portando allo sgretolamento dello stesso. Tra i parlamentari grillini c'è chi ha definito "una porcata" la lista dei sottosegretari e c'è chi, invece, ha preso il coraggio a due mani e ha annunciato l'uscita. È il caso del senatore Emanuele Lele Dessì, che ha annunciato la sua decisione con un post su Facebook: "Ho sperato fino a ieri che qualcosa potesse cambiare, inutilmente. Non sono mai stato d'accordo nel dare la fiducia a questo governo ma ho voluto, con l'assenza il giorno del voto, dare un ulteriore possibilità di ripensamento, soprattutto a me stesso". Un'assenza che evidentemente non ha avuto il risultato sperato: "Lasciare compagni di viaggio a cui voglio un mondo di bene non è facile, 15 anni di storia comune non si cancellano facilmente. Forse un giorno ci ritroveremo in qualche battaglia insieme, lo spero, oggi però devo andare via".

Al si là dei tono drammaturgici, Emanuele Dessì ha fotografato molto bene l'attuale situazione del MoVimento e i malumori dei suoi iscritti. "Questa non è più casa mia. Esco dal Movimento 5 stelle con un enorme tristezza nel cuore ma anche con tanta rabbia. Nei prossimi giorni ci sarà modo per parlare e per vederci con chiunque abbia voglia di confrontarsi e di continuare a lottare", ha concluso. Emanuele Dessì è passato a L'alternativa c'è. Intervistato dall'Adnkronos ha spiegato: "Credo nella necessità di costruire un progetto diverso da quello che c'è adesso. Mi auguro che il governo Draghi faccia bene ma non per me, per il Paese. Noi abbiamo il diritto di porci con spirito costruttivo ma attento: siamo pronti a svolgere un ruolo di sentinella nel Paese. Ci sono istanze che un governo di tutti non può portare avanti, così come non può portarle avanti l'unica opposizione che c'è oggi, ovvero Fratelli d'Italia".

Quello di Dessì potrebbe non essere l'unico abbandono, perché da indiscrezioni provenienti da Montecitorio pare che ci siano altri parlamentari pronti a fare le valige per abbandonare la nave, sempre più vicina al naufragio.

Nel day after delle nomine dei sottosegretari, si alza anche un'altra voce dissidente, con un peso strategico importante, quella di Max Bugani, volto storico del MoVimento e capo staff della sindaca di Roma Virginia Raggi. Anche lui, come d'altronde è usanza tra i grillini, ha scelto Facebook per commentare la situazione politica del M5S: "15 anni di battaglie per diventare una costola di Berlusconi? Un trionfo. Gianroberto Casaleggio in piazza ci fece scandire il nome di Berlinguer, non quello di Luigi De Mita". Il riferimento di Bugani è a una recente intervista nella quale Luigi Di Maio sponsorizza l'ingresso di Giuseppe Conte nel MoVimento, definendo lo stesso come "moderato e liberale". Tuttavia, come Max Bugani sottolinea, quella è la definizione che da sempre accompagna Forza Italia, partito di Silvio Berlusconi.

Gli animi tra i grillini sono sempre più infuocati, e in queste ore ci sono altri grillini pronti a fare le valige. Giorgio Trizzino e Roberto Cataldi sono pronti a fare le valige per trasferirsi nel gruppo di Emilio Carelli. Il Centro-La Casa dei popolari, è stato fondato dal giornalista poco prima della fine del Conte II. A pochi minuti dal rimbalzo di notizie, Roberto Cataldi ha smentito tutto: "Io via dal M5S? Non ne so nulla, è una ipotesi forse basata sul fatto che Emilio Carelli cerca persone che abbiano competenze... in tal senso, probabilmente è stata ipotizzata una mia uscita dal Movimento. Ma io resto nel gruppo".

Anche Giorgio Trizzino ha smentito le voci dell'abbandono: "Smentisco di aver deciso.

Come è noto vivo un disagio rispetto alla fase in cui si trova il Movimento 5 stelle e alla nomina dell'attuale squadra dei sottosegretari. Ovviamente, mi riservo, nei prossimi giorni, di valutare l'evoluzione della situazione"

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