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M5s in crisi sulla fiducia al dl aiuti: ipotesi di votarla "per parti"

C'è ancora tensione nel Movimento 5 stelle: la fiducia al dl aiuti è un ostacolo complicato per i pentastellati, indecisi sul da farsi

M5s in crisi sulla fiducia al dl aiuti: ipotesi di votarla "per parti"

L'incontro tra Mario Draghi e Giuseppe Conte e saltato a poche ore dall'appuntamento per la necessità del premier di andare a Canazei a seguire da vicino le operazioni di soccorso dopo la tragedia. Il leader del Movimento 5 stelle e il presidente del Consiglio si incontreranno mercoledì e nel frattempo il M5s sta cercando di risolvere il rebus della fiducia al dl aiuti, che il governo potrebbe porre già domani.

Indiscrezioni interne al partito di Conte riportate dall'Adkronos riferiscono che sta prendendo quota in queste ore tra i pentastellati l'idea di chiedere che la questione di fiducia venga posta per parti. Una soluzione machiavellica da adottare dall'articolo 14 in poi del provvedimento. Questa soluzione terrebbe fuori l'articolo 13, dove c'è la contestata norma sull'inceneritore a Roma, che portò il M5s ad astenersi in Cdm.

Pensare di mettere in crisi il governo nazionale per un provvedimento che riguarda una città è assurdo, soprattutto in un momento delicato come questo. I pentastellati vogliono provare a percorrere questa via per non essere costretti alla fiducia, che farebbe sollevare una rivolta popolare nella base. In caso contrario, se Conte decidesse per la non fiducia, che accontenterebbe la base, si rischia una crisi di governo. Fonti di palazzo Chigi fanno sapere che, benché il regolamento della Camera lo consentirebbe, è difficile l'attuabilità del meccanismo. Infatti, raramente è adottato, perché dovrebbero convergere anche altri gruppi, e sia Pd che Lega sarebbero propensi a porre la questione di fiducia sull'intero testo.

Il malumore nei Palazzi per il comportamento dei grilli è diffuso. Il voto si incrocia pericolosamente con l'incontro chiarificatore tra il premier Mario Draghi e Giuseppe Conte, c'è chi, a Montecitorio, avanza dubbi e questioni, con parlamentari di altre forze di maggioranza che denunciano un "conflitto d'interesse". In sintesi, secondo alcuni parlamentari, il ministro ai Rapporti col parlamento, Federico D'Incà, "sta agevolando Conte".

Andare al voto prima del faccia a faccia tra il premier e l'ex inquilino di Palazzo Chigi rischia di trasformarsi in un autogol. Tanto più se, come riportato dall'Adnkronos, l'ipotesi che va per la maggiore nelle file pentastellate è quella di votare la fiducia, astenendosi poi nel voto sul provvedimento.

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