M5s, la fronda dei 20. Dibba versione lealista dà un aiutino a Luigi

Caso Whirlpool, molti deputati pronti a passare al misto. Dibba: mi ricandido

M5s, la fronda dei 20. Dibba versione lealista dà un aiutino a Luigi

Luigi di Maio è il capo di un Movimento che non controlla più. Da fuori, Alessandro Di Battista attacca l'alleato leghista Matteo Salvini, per far saltare il governo Conte e rimettere in discussione la leadership del vicepremier. Dagli studi de La 7, intervistato da Lilli Gruber a Otto e mezzo, il Dibba spara ancora contro il ministro dell'Interno: «Per me Salvini non è fascista o razzista ma è diventato conformista, perché invece di mettere veramente prima gli italiani, ha messo prima Radio Radicale. È efficace ma tra furbo e bravo c'è differenza...». L'ex parlamentare svela poi il retroscena, contenuto nel suo libro Politicamente scorretto, su un sms spedito a Salvini in cui lo invita a mollare Forza Italia: «Gli ho scritto molla Berlusconi, il partito e i suoi costumi».

Dalle poltrone televisive, Di Battista tifa per la caduta del governo perché vuole ritornare in Parlamento: «Se si tornasse al voto mi candiderei al 100%». Però offre un salvagente a Di Maio: «Se il governo dovesse cadere, da qui al 15 luglio, chiederei di non considerare questa legislatura nel computo del limite dei due mandati previsto dalle regole M5s». E per rimarcare la distanza dal segretario del Carroccio, che negli ultimi mesi ha bocciato l'operato della giunta capitolina, il Che grillino promuove il sindaco Virginia Raggi: «Io sostengo Raggi in modo ancora più forte. Raggi contro tutto e tutti, è riuscita a risanare bilanci, far abbattere le villette abusive dei Casamonica, ha avuto minacce. Io sarò sempre grato questa donna coraggiosa e spero che i prossimi due anni saranno anche meglio di quelli passati».

Mentre torna poi sui contrasti con Di Maio, esplosi con le anticipazioni del suo libro: «Chi ha letto questo libro, sa che è un atto di amore nei confronti del Movimento. E a sostegno del Movimento e di Luigi».

Ma i guai per il capo politico dei Cinque stelle non arrivano solo da fuori. Dall'interno, Di Maio è sotto il fuoco dei parlamentari per la linea politica poco netta. L'ultimo strappo c'è stato sul caso Whirlpool: l'azienda ha deciso di chiudere lo stabilimento di Napoli. Una ventina di parlamentari dei Cinque stelle da una settimana chiede un confronto con Di Maio. Un faccia a faccia per conoscere la verità sulla vertenza. Arrivando al cuore del problema: Di Maio sapeva già (come ha ricostruito il sito statunitense Politico.eu) nel mese di aprile della volontà dell'azienda di chiudere la sede napoletana? Perché ha tenuto segreta la vertenza? Di Maio però scappa. E fino ad oggi ha rifiutato l'invito dei parlamentari grillini. Teme di essere inchiodato alle responsabilità. Il rifiuto del ministro del Lavoro ha scatenato i malumori tra i parlamentari, molti dei quali campani. La fronda si è già organizzata con una chat segreta sul caso Whirlpool: lo strappo rischia di produrre però uno scossone all'interno del Movimento. I deputati, infuriati per il silenzio (e forse le bugie) sul caso Whirlpool, minacciano di lasciare il gruppo dei Cinque stelle e confluire nel Misto. Per ora è solo una minaccia che registra il clima teso all'interno delle truppe pentastellate. La sensazione è che la barca stia per andare a sbattere. E ogni giorno ci sia una gara a sparare contro il comandante Di Maio.

Ieri contro il capo, e al fianco di Di Battista, si è schierato Max Bugani, fedelissimo di Davide Casaleggio e socio dell'associazione

Rousseau, che in un'intervista al Fatto Quotidiano tesse le lodi del D'Alema del M5S: «Di Battista è il nostro numero nove, l'attaccante. E ci serve per fare gol». È il segnale che anche Casaleggio jr stia per mollare Di Maio?

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