La situazione interna al M5S è sempre più incandescente, dopo la votazione per il rinnovo delle presidenze di commissione che ha visto penalizzato non poco i grillini.
Almeno trenta deputati sono pronti a sfiduciare il capogruppo Davide Crippa, il suo vice Riccardo Ricciardi e il resto del direttivo. La resa dei conti è prevista per il 4 agosto quando si terrà l’assemblea del gruppo M5S, chiesta con una "convocazione urgente" dopo che alcuni deputati pentastellati avevano inviato una lettera per avere un momento di confronti con i vertici. Lo stesso dovrebbe avvenire contestualmente anche in Senato, alla presenza anche del reggente Vito Crimi sul quale più di un parlamentare esprime perplessità. “Ormai è alla frutta”, dice a ilGiornale.it un deputato di lungo corso. Alla Camera il fallimento della trattiva con il Pd è clamoroso. Crippa e Ricciardi sono sotto la lente d’ingrandimenti della maggior parte del gruppo. “Il primo schiacciato troppo sul Pd, non è autonomo, fa gestire tutto a Ricciardi”, ci confida una deputata grillina. “Ricciardi agisce da capogruppo, vuole pieni poteri per mortificare il Movimento e consegnarlo al Pd. Gli sembra di dover recitare sempre una commedia, ma qui non si recita, qui si fa politica. E la devi saper fare”, gli fa eco un membro del direttivo in rottura con i capi.
Leonardo Donno si è dimesso da capogruppo in Commissione Bilancio, mentre Davide Tripiedi ha lasciato il ruolo di vicepresidente della Commissione Lavoro. "È evidente che il ruolo del 'capo', lo avete esercitato in maniera egregia, creando però spaccature enormi all’interno del gruppo", ha osservato Donno in una lettera di fuoco indirizzata ai vertici. "L’esito delle votazioni per il rinnovo degli Uffici di presidenza delle 14 commissioni parlamentari permanenti, vede il Movimento 5 Stelle fortemente penalizzato”, spiega il grillino nella sua missiva. E aggiunge: “Ho trovato poi veramente discutibile l'imposizione di uno 'spostamento tattico' di colleghi che non condividevano alcune scelte. Una brutta pagina per il gruppo parlamentare del M5S". L’ex capogruppo della Commissione Bilancio non usa mezzi termini e attacca il direttivo, reo di aver fallito“fallito a causa di autoreferenzialità e mancato ascolto del gruppo parlamentare, imponendo spesso scelte non condivise dai colleghi e dal sottoscritto". Il grillino parla anche di un "malumore crescente di questi mesi", che non è stato ascoltato e che ha portato alle sue dimissioni e all’addio di alcuni deputati.
Raffaele Trano, invece, ha lasciato su Facebook un lungo post per esprimere tutto il suo rammarico per la mancata rielezione come presidente Finanze della Camera."Quella di questa notte è stata una bella battaglia. Le modalità con le quali il nuovo Presidente Marattin è stato eletto, e al quale vanno i miei più sinceri complimenti e auguri per il futuro lavoro, vanno però raccontate. Il Movimento 5 Stelle e i suoi dirigenti hanno prima minacciato e poi sostituito ben 7 deputati, sette eletti dal popolo a poche ore dal voto. La loro colpa? Pensare con la loro testa". E aggiunge: "Lo trovo estremamente grave. Soprattutto guardando a quelli che erano i principi ispiratori del Movimento, a cui io e tanti altri abbiamo creduto. E io, seppur sconfitto, come è normale avvenga in democrazia, sono rimasto libero e felice della mia scelta. Gli sconfitti oggi sono tutti quelli che hanno creduto che senza democrazia si potesse cambiare qualcosa”. Il commento del sottosegretario al ministero dell'Economia Alessio Villarosa è decisamente più laconico: "L'assetto istituzionale realizzato non risulta in equilibrio e soprattutto non rappresenta il M5S quale principale forza politica in Parlamento. Con un vero e legittimo capo politico una forzatura così eccessiva, di certo, non l'avremmo mai avuta".
Il premier Giuseppe Conte, considerato il malessere sempre più crescente, secondo autorevoli fonti parlamentari de ilGiornale.it, pur di calmare le acque all’interno del M5S avrebbe garantito a più persone di entrare nel prossimo governo e ripulire gli attuali ministri pentastellati con alcuni membri del direttivo. “Questo sta scatenando anche lo scontro con diversi ministri m5s”, ci conferma un senatore che segue da vicino i dossier governativi. Ma non solo. “Il direttivo per salvare la poltrona e riuscire a controllare il gruppo, che ormai però è esploso, starebbe garantendo nuovi posti di governo ad alcuni deputati per tenerli buoni. Come se il prossimo governo potesse contenere 50 ministri del movimento”, è l’analisi lucida di un dirigente penstellato rimasto escluso da questo esecutivo. L’insofferenza dei parlamentari Cinquestelle verso l’operato di Crimi non si ferma: “Ha fallito pure al Senato visto che proprio al Senato la trattiva del Movimento e del Pd ha consegnato 2 presidenze alla Lega”, ci dice una senatrice molto ascoltata nel gruppo. “Alla Camera Crimi non è considerato, non ha voce in capitolo”, è il mood dei deputati grillini.
Anche il rapporto tra il Pd e i vertici del Movimento sembra non essere più tanto idilliaco. “Fare accordi con Crimi, Crippa, Perilli significa fare accordi con nessuno, vengono smentiti dopo 10 minuti”, ci conferma un parlamentare dem.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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