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M5s, un'altra deputata ribelle: "Siamo in una dittatura"

La deputata grillina Doriana Sarli, dopo l'espulsione dal Movimento 5 Stelle delle colleghe Giannone e Vizzini, si sfoga ai microfoni di Adnkronos: "Siamo in una dittatura dove tutto è gestito dal capo politico o dalla rete"

M5s, un'altra deputata ribelle: "Siamo in una dittatura"

Il Movimento 5 Stelle continua a lasciare pezzi per strada. Dopo la senatrice Paola Nugnes, sono saltate anche le teste delle deputate Veronica Giannone e Gloria Vizzini. Una situazione allarmante che preoccupa chi, come la deputata Doriana Sarli, vorrebbe maggiore dibattito interno all'interno del Movimento. Intervistata da Adnkronos, Sarli non usa mezzi termini per descrivere quanto sta succedendo dentro al partito. "Siamo in una dittatura dove tutto è gestito dal capo politico o dalla rete. Una rete che ci vede tutti associati in un'associazione di cui non si conoscono volti e nomi degli altri associati... è pericoloso", dichiara la deputata campana.

Ciò che non va nel M5s, secondo Sarli, è la mancanza di un vero dibattito interno. "Penso che un gruppo politico debba discutere al suo interno. Confrontandosi su temi e modalità, proprio con chi la pensa diversamente. Penso che espulsioni senza neanche un dibattito interno rappresentino un atteggiamento antitetico con il mio concetto di democrazia". Le espulsioni, come detto, sono quelle di Giannone e Vizzini, con cui Sarli ha condiviso finora un percorso comune nella battaglia contro il decreto sicurezza.

E proprio la loro assenza tra i banchi di Montecitorio in occasione del voto finale al decreto Salvini ha indotto i vertici del Movimento a mandare via le prime due. Per ora Sarli non è ancora stata espulsa, ma può essere solo una questione di tempo. Tutto dipenderà dalla volontà di chi controlla le redini del partito.

Sarli non esita a definire il processo in corso "molto grave", richiamandosi poi a quanto previsto dalla Costituzione all'articolo 1: "si dice che 'la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'. Non credo che il Movimento abbia dato una giusta interpretazione a questo principio costituzionale...".

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