"Macché esperimento sociale. È un grave caso di razzismo"

Esposto dei genitori dei bambini irrisi come scimmie dal maestro: «Va allontanato». E lui chiede scusa

"Macché esperimento sociale. È un grave caso di razzismo"

«A nostra figlia ha detto: sei così brutta che possiamo chiamarti scimmia. E nostro figlio è stato umiliato in un'altra classe: guardate quanto è brutto». Questo è l'«esperimento sociologico» tenuto da un supplente in una classe di una scuola elementare di Foligno secondo il racconto dei genitori dei due bambini che hanno fatto da cavia loro malgrado.

Odigie e Favour sono il papà e la mamma dei due bambini (di figli ne hanno cinque). Sono di origine nigeriana, in Italia da quindici anni, sono integrati e benvoluti. Prima di adesso sostengono di non essere stati mai oggetto di atti di razzismo. ma quello che è accaduto in quelle classi rischia di cambiare tutto. «Questo Paese mi ha dato tante cose belle in tutti questi anni. Ho 5 figli ma vedere mio figlio cosi... io sto male. Voglio che il maestro venga allontanato. Mio figlio si è chiuso in se stesso, stiamo cercando di farlo parlare perché superi quello che è accaduto», dice l'uomo ai microfoni di Stasera Italia, andata in onda ieri sera su Retequattro. Ieri la coppia, accompagnata dall'avvocato Silvia Tomassoni, si è presentata alla procura di Spoleto per presentare un esposto. «Saranno poi i magistrati a decidere, ma è un episodio molto grave e non è vero che i bambini della classe fossero stati informati prima dal maestro che voleva fare un esperimento», fanno sapere dallo studio dell'avvocato Tomassoni. Il legale ha anche avuto un incontro con il dirigente scolastico della scuola, Ortensia Marconi, che sottolinea che l'istituto «in cui non si sta a guardare ma si agisce, si seguono percorsi di inclusione tutti i giorni».

E lui, il maestro sperimentatore in odore di razzismo? Mezza Italia chiede che sia cacciato da quella scuola umbra, l'altra metà che non metta mai più piede in nessuna scuola italiana. Lui secondo il sito tuttoggi.info si rende conto di averla fatta grossa: «Chiedo scusa ai genitori e alla scuola per il caso che si è sollevato e certamente non rifarei una cosa del genere, ma tengo a precisare che si è trattato solamente di un metodo di insegnamento inverso che è stato malinteso. Volevo solo cercare di provocare una reazione da parte degli alunni, nel caso di discriminazione».

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, che a Sky Tg24 condanna l'episodio definendolo «gravissimo e decisamente da condannare» ma fa qualche distinguo: «Non parlerei tanto di integrazione, preferisco il termine inclusione. Per me i bambini sono bambini e la nostra scuola lo sa perfettamente». «Non appena verificati i fatti - prosegue il ministro - ho chiesto alla preside di procedere immediatamente con la richiesta di sospensione all'ufficio competente e di avviare il provvedimento disciplinare nei confronti del docente».

Naturalmente la vicenda è stata utilizzata per polemiche politiche che nulla hanno a che fare con un bimbo umiliato. Matteo Salvini ieri su Mattino Cinque ha notato: «Sono vicino al bambino di Foligno.

Clima razzista e di odio? C'è qualche commentatore, professorone che pensa che qualunque cosa accada in Italia sia colpa di Salvini. Io dico no, è colpa di quei cretini che distinguono gli esseri umani dal colore della pelle, Salvini lavora affinché si rispettano le regole».

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