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Macron affonda la Nato: "È alla morte cerebrale". Critici Usa e Germania

Il leader francese: «Europa sul precipizio» Mosca elogia la «sincerità». Merkel disapprova

Macron affonda la Nato: "È alla morte cerebrale". Critici Usa e Germania

L'Europa è «sull'orlo del precipizio» e l'Alleanza atlantica «in stato di morte cerebrale». La diagnosi arriva dal fluente inglese di Emmanuel Macron sull'Economist, ma viene immediatamente contestata da Angela Merkel, aprendo un nuovo fronte di debolezza dell'Ue.

Finora, Parigi e Berlino hanno infatti battibeccato a porte socchiuse sul nuovo esecutivo Ue (la Commissione). Sulla bilancia ora c'è l'organismo di Difesa comune fondato nel '49 a Washington che, con i suoi 29 Paesi membri, unisce Europa e Usa al di là degli schieramenti politici. «Cerco di essere lucido», dice Macron: se l'Ue «ha dimenticato di essere una comunità e non pensa a se stessa come a una potenza mondiale, scomparirà».

Sostanzialmente, l'Eliseo invita a ridisegnare gli equilibri strizzando l'occhio a Mosca, che elogia la «sincerità» francese. «Parole d'oro», scrive la portavoce del ministero degli Esteri russo. Il sasso nello stagno rischia però di generare uno tsunami: Merkel denuncia l'inutilità di una valutazione così «radicale». E, anche se nel 2017 la cancelliera spiegava che gli europei non potevano più fare affidamento sugli alleati storici, cioè gli Usa, la Kanzlerin non s'era mai spinta in giudizi così severi; tanto da controbattere a Macron che la Nato resta la «pietra angolare della nostra sicurezza». E il segretario di Stato Usa Mike Pompeo difende il futuro: «Resta una partnership cruciale, forse la più cruciale di tutta la storia»

L'Eliseo indica invece tre rischi all'orizzonte, accusando gli Stati Uniti: il «disallineamento» della politica americana dal progetto europeo e l'emergere del potere cinese «che emargina chiaramente l'Ue». Punti, secondo la Francia, che rendono essenziale «l'Europa della difesa», «autonomia strategica, capacità militare e un dialogo senza ingenuità con la Russia».

A molti sherpa della diplomazia è sembrata una posizione non così distante da quanto sostenuto da Matteo Salvini. Tanto è bastato a scatenare la bagarre: far bollare le parole del francese come «drastiche» da Merkel e dal segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg.

L'invito a risvegliare il Vecchio Continente con un elettroshock geopolitico (e forse soprattutto commerciale) è ormai sul piatto; passando anche da quella Via della Seta rinsaldata da Parigi nelle scorse ore. «Trump pone la questione Nato come un progetto commerciale in cui gli Stati Uniti forniscono una sorta di ombrello geopolitico, ma in cambio deve esserci un'esclusiva commerciale. Comprare americano. La Francia non ha firmato per questo», avverte Macron. «Per 70 anni abbiamo realizzato un piccolo miracolo: un'equazione senza egemonia che consente la pace. Ma oggi ci sono una serie di fenomeni che ci mettono sull'orlo del precipizio. Se gli europei non ne hanno consapevolezza, non siamo più padroni del nostro destino».

Macron, in vena di scuotere anche molti francesi tentati dal sovranismo lepenista, mette in discussione pure il mantenimento del deficit al di sotto del 3% del Pil. «Un dibattito di un altro secolo, abbiamo invece bisogno di più espansionismo, più investimenti». Per tutti. Altro soggetto che sembra sovrapponibile alla sostanza salviniana. L'ultimo allargamento Nato è invece del 2017. Ma in vista del summit del 4 dicembre, incombe l'attualità: «Se Assad decidesse di vendicarsi in Turchia, ci impegneremo?», chiede Macron.

«Il paradosso è che la decisione Usa e l'offensiva turca hanno avuto lo stesso risultato: il sacrificio dei nostri partner che hanno combattuto contro Daesh», altra stoccata a Trump.

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