Franesco De Remigis
Né poliziotto, né gendarme. Ma protagonista della sicurezza di Emmanuel Macron, con tanto di ufficio all'Eliseo e un curriculum da angelo custode dei leader socialisti: Martine Aubry (2011), François Hollande (2012), Arnaud Montebourg (2012), unico ad accorgersi dei modi poco ortodossi di questa guardia del corpo che gli era stata proposta come autista: «Aveva provocato un incidente d'auto in mia presenza e voleva scappare», racconta l'ex ministro a Le Monde, spiegando di averlo licenziato dopo una settimana.
Da ieri, Alexandre Benalla, ormai in servizio da un anno all'Eliseo e sul pullman dei Bleus dopo la vittoria al Mondiale, è sotto inchiesta per «violenza commessa da una persona incaricata di una missione di servizio pubblico», «usurpazione delle funzioni» e «usurpazione di simboli riservati all'autorità pubblica». Si era finto poliziotto picchiando due ragazzi il 1° maggio scorso durante una manifestazione. La presidenza francese minimizza, visto che Macron lo ha assunto, gli ha fatto prendere il porto d'armi e lo ha lasciato in carica anche dopo aver scoperto cosa aveva combinato. Festa dei lavoratori in Place de la Contrescarpe, Parigi. Vestiva l'elmetto d'ordinanza pur non essendo un'autorità, ma avendo avuto soltanto il permesso di «osservare» le operazioni.
I fatti, immortalati in un video pubblicato da Le Monde, non erano stati resi noti dall'Eliseo. Siamo a pochi passi dal Pantheon, zona Mouffertard. Si protesta contro la riforma del lavoro, delle ferrovie e dell'accesso universitario. La contestazione finisce con il violento Benalla che strattona una ragazza e spinge a terra un giovane afferrandolo per il collo. Risultato: Eliseo e Macron informati dei fatti (e della presenza di un video) e provvedimento blando per evitare mormorii. Semplicemente sospeso per due settimane. Poi Benalla viene reintegrato nel suo ufficio, al servizio del capo di gabinetto di Macron. «Perché se il presidente conosceva i fatti non si è rivolto alla giustizia?», si chiede il deputato di destra Eric Ciotti. Sarebbero state sufficienti le immagini del 1° maggio per incastrare Benalla, ma non sono state consegnate alla procura che ne è venuta a conoscenza soltanto grazie a Le Monde.
Ieri l'apertura dell'inchiesta e la cascata di polemiche sull'Eliseo, dei gollisti quanto della Francia Ribelle che sotto i colpi di Benalla vide feriti alcuni militanti.
Le immagini hanno costretto il portavoce di Macron a precisare che «quella sanzione gli è stata notificata come ultimo avvertimento prima del licenziamento». Troppo poco per un «moschettiere» di rango che nel 2016 è diventato responsabile della sicurezza del candidato Macron facendosi notare per le maniere forti con giornalisti e cineoperatori.
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