Macron a gamba tesa sul voto: tira la volata finale a Gentiloni

Il presidente entusiasta: "Molto contento di lavorare con lui"

Macron a gamba tesa sul voto: tira la volata finale a Gentiloni

Roma - La prima e più spontanea reazione dei cronisti è stata rivolgere un pensiero a Matteo Renzi. «Come la prenderà questa sviolinata per Gentiloni?». E la seconda domanda che si sono posti è stata: «Gli sarà utile o dannosa?». Al termine del faccia a faccia a Palazzo Chigi con Gentiloni, il presidente francese Emmanuel Macron non lesina complimenti. E non fa nemmeno finta di ignorare che siamo già in campagna elettorale. «L'Italia entra in un periodo elettorale - ha esordito Macron - e vorrei sottolineare quanto sono stato contento di lavorare con Gentiloni. La sua azione in Italia, così come in Europa, ha consentito di avviare una nuova dinamica». Non si può usare la parola endorsment, ché i francesi non amano i prestiti britannci. Però quello che ieri, in favore di Gentiloni, Macron ha gettato sul tavolo della campagna elettorale è un vero e proprio asso pigliatutto. Insomma, Macron non ha dubbi. Vorrebbe rivedere, di qui a pochi mesi, Gentiloni a Palazzo Chigi. «Spetterà al popolo italiano decidere ed esprimersi, ovviamente, ma - aggiunge - consentitemi di dire che l'Europa ha avuto molta fortuna ad avere Gentiloni. Mi auguro che potremo continuare insieme il lavoro che abbiamo iniziato». Messaggio più che chiaro. E se non bastasse, l'inquilino dell'Eliseo ha aggiunto anche altri dettagli. Mentre parlava della scarsa fortuna della lingua di Voltaire al di qua delle Alpi, Macron si è complimentato con il nostro Gentiloni per il suo fluente francese.

Una sviolinata simile il nostro premier forse non se l'aspettava. Tanto che si è affrettato a rassicurare i cronisti: «Non abbiamo parlato di questioni interne all'Italia». Oltre un'ora di colloquio senza mai accennare alle prossime elezioni. Almeno a quanto fa sapere Gentiloni. La soddisfazione del successore di Renzi è rivolta soprattutto all'accordo raggiunto. Lo chiameranno «Trattato del Quirinale» quando, tra qualche mese, sarà formalizzato. Qualcosa di simile a quanto stretto 55 anni fa da francesi e tedeschi. Un modo per uscire insieme, dicono, «da una situazione difficile e rilanciare la costruzione europea». Un rapporto - come ha precisato lo stesso Macron - «strutturante ma non esclusivo». E questo lavoro include anche il dossier migranti, che deve essere affrontato a livello europeo. «Dobbiamo dare una risposta strutturata e solidale» al fenomeno migratorio, «chiarendo e armonizzando le regole». L'inquilino dell'Eliseo è sicuro che «Italia e Francia riusciranno ad armonizzare i sistemi di accoglienza e di asilo», convincendo i partner europei. Macron ha pure detto che tra Roma e Parigi c'è «un legame più forte, che consente la stabilizzazione in Libia», al fine anche di «porre fine allo scandalo umanitario che colpisce i tanti migranti che attraversano il Paese africano cercando di imbarcarsi».

Aggiunta, questa, che ha fatto infuriare la sinistra italiana, con Nicola Fratoianni (Liberi e uguali) in testa.

«Se Macron non vuole confermarsi il campione dell'Europa dell'ipocrisia - sbotta - ponga fine alla chiusura di fatto delle frontiere con l'Italia per tutte le donne e gli uomini che vogliono raggiungere la Francia e gli altri paesi del Centro e Nord Europa».

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