«I risultati del voto italiano del 4 marzo hanno evidenziato le conseguenze di una duratura crisi economica e delle sfide migratorie a cui non siamo stati in grado di rispondere». Il presidente francese Emmanuel Macron fa una sorta di preoccupato mea culpa a nome dell'Europa nel corso della conferenza stampa congiunta all'Eliseo con Angela Merkel, che ieri secondo tradizione ha scelto Parigi per il primo viaggio del suo mandato.
Macron ha messo così in guardia contro il rischio del prevalere in Europa di partiti populisti ed estremisti. «Il contesto europeo è stato scosso», ha detto insistendo sull'urgenza di inviare nuovi segnali per un rilancio della costruzione europea.
Aveva del resto proprio questo scopo l'incontro tra Angela Merkel ed Emmanuel Macron, enfant prodige della politica francese e nuovo partner di un tandem, quello franco-tedesco, che circostanze rinnovate - l'autoesclusione del Regno Unito, la debolezza politica ed economica dell'Italia, la marginalità di una Spagna alle prese con la crisi catalana - mantengono ancor più saldamente alla guida dell'Europa.
Costretta a rimandare il viaggio a Parigi dal protrarsi delle manovre politiche che solo pochi giorni fa, a quasi sei mesi dal voto dello scorso 23 settembre, hanno portato alla formazione del governo a Berlino, la Merkel ha mantenuto dunque l'impegno di vedere Macron prima del vertice europeo del 22 e 23 prossimi. L'obiettivo è quello di saldare una politica comune per rafforzare l'Unione e l'eurozona, rispondendo con una rinnovata strategia ai rischi di una fase caratterizzata da choc politici e carenze di visione.
Dunque, come hanno detto i due leader politici nella conferenza stampa congiunta seguita all'incontro, è tempo di «una roadmap chiara e ambiziosa». Parigi e Berlino, ha detto la Cancelliera, «devono fare da guida dando l'esempio». In tempo per il vertice europeo di giugno, Francia e Germania annunceranno linee comuni non solo sull'Eurozona, ma anche su temi come la difesa europea e la politica migratoria, con un piano congiunto sull'asilo che scaturirà da un annunciato apposito vertice tra i due Paesi.
Macron attendeva da tempo questa giornata per «accendere il motore franco-tedesco delle riforme europee». Lo scorso settembre, nel suo discorso programmatico all'università della Sorbona, il presidente francese aveva denunciato la «glaciazione europea» e invitato a rispondere con soluzioni audaci e ambiziose. Il leader quarantenne ha idee molto precise, e propone ad esempio un ministro europeo per l'Eurozona, con tanto di budget dedicato. Ma la Germania frena, sempre preda del timore di ritrovarsi a dover pagare i debiti degli altri (Italia compresa) senza che l'Ue diventi, come a Berlino ripetono spesso, più competitiva. Non a caso ieri a Parigi si sono incontrati anche i ministri dell'economia Bruno Le Maire e Olaf Scholz, consapevoli di dover affrontare una discussione complicata per «sposare meglio responsabilità e solidarietà».
La sfida lanciata da Donald Trump con le sue minacce di imporre dazi anche sulle merci europee dirette negli Stati Uniti è un altro banco di prova per Francia e Germania, decise a spronare tutti
i Paesi membri sulla necessità di mostrare unità di fronte al tentativo piuttosto scoperto del presidente americano di dividere il fronte dell'Ue per arrivare a stipulare accordi commerciali separati con i singoli Paesi.
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