Macron parla a Versailles e già si sente Napoleone Tagli e sfide per il popolo

Ha scelto la reggia al posto dell'Eliseo. E promette: ridurrò di un terzo il Parlamento

Macron parla a Versailles e già si sente Napoleone Tagli e sfide per il popolo

L'enfant prodige che vuole fare Napoleone. L'uomo forte, l'uomo nuovo, Emmanuel Macron il leader di En marche! vola alto, sempre più in alto. «Derive assolutiste», denunciano i suoi detrattori, ma il presidente francese continua indomito sulla sua strada. Il ragazzo (quasi) digiuno di politica diventato presidente a 39 anni sceglie Versailles e non l'Eliseo per il suo discorso al Parlamento riunito in Congresso alla reggia più famosa di Francia. La République che entra nei luoghi simbolo della monarchia per un discorso sullo stato della nazione in pieno stile americano per illustrare gli obiettivi del suo mandato. Un'ora e mezza, un tempo lunghissimo, tanto da venir criticato, oggetto di ironia da parte della corrispondente parigina di CBSNews, che si chiede su Twitter se in Francia chi scrive i discorsi venga pagato a parola. Moralizzatore in politica, liberale in economia, securitario contro il terrorismo. E in fatto di sicurezza, ieri un nazionalista di 23 anni di estrema destra è stato arrestato perché voleva colpire il premier durante la sfilata del 14 luglio. Macron indica la sua strada «liberal-socialista», quel «vento nuovo» evocato dal suo ritratto ufficiale, immortalato davanti a una finestra aperta. «Un parlamento meno numeroso, ma rafforzato nei suoi mezzi in cui il lavoro diventa più fluido, dove i parlamentari possono circondarsi di collaboratori meglio formati e più numerosi per un Parlamento che lavora meglio». E dunque riduzione di un terzo del numero dei parlamentari sarà una priorità del nuovo corso. Dure le parole poi sull'Unione Europea che ha «perso la sua missione». Macron e la sua sfida al tempo, la riforma «entro un anno» sottomettendo le nuove disposizioni a un referendum, se necessario. Un presidente che promette di essere vicino al popolo, la sua missione è creare un trait-d'union tra la società civile e le istanze politiche, portare avanti un dialogo costruttivo e proposte seguite da azioni. Promette che una volta all'anno parlerà di fronte alle due Camere prendendo ad esempio quanto succede negli Usa, dove il presidente tiene davanti al Congresso americano un discorso sullo Stato della nazione. «A troppi dei miei predecessori è stato rimproverato di non aver spiegato le loro iniziative e di non aver chiarito il senso e l'orientamento del loro mandato. Tutti gli anni verrò davanti a voi a rendere conto». Eppure, il 14 luglio alla festa della Repubblica, celebrata alla presenza di Donald Trump, a cui verrà mostrata la grandeur francese, mancherà la tradizionale conferenza stampa. Cancellata con una motivazione alquanto fantasiosa. «Ci siamo interrogati se farla o meno.

Ma poi abbiamo deciso di affidare il messaggio del presidente alla forma più solenne del discorso» hanno spiegato i responsabili della comunicazione di Macron, «il suo pensiero è troppo complesso e non si presta al gioco domande-risposte dei giornalisti». Ecco. Forzatura di un presidente che veste i panni di Bonaparte.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica