Il presidente francese, Emmanuel Macron, entra a gamba tesa nel dibattito sulla mutualizzazione del debito a livello europeo per finanziare la ripresa post pandemia. E lo fa con un'intervista al Financial Times, lo stesso media scelto dell'ex presidente della Bce, Mario Draghi, per veicolare un analogo messaggio. Macron, tuttavia, ha affrontato la questione dal punto di vista della sopravvivenza stessa dell'establishment europeo così come lo si è conosciuto finora. C'è il rischio di collasso dell'Ue come «progetto politico», ha dichiarato, a meno che non sostenga economie colpite come l'Italia e le aiuti a riprendersi dalla pandemia di Covid-19.
Il numero uno dell'Eliseo ha spiegato che «non vi è altra scelta» che istituire un fondo che «possa emettere debito comune con una garanzia comune» per finanziare gli Stati membri in base alle loro esigenze piuttosto che alla dimensione della loro economia. Da un punto di vista tecnico le parole di Macron hanno qualche ambiguità perché sembrano accennare al Recovery Fund di cui dovrebbe discutere il prossimo Consiglio europeo del 23 aprile. Dunque, un appostamento di bilancio a livello dell'Unione con garanzia condivisa. Non vi sono accenni alle dotazioni, ma è probabile che, per non scontentare troppo la Germania, faccia riferimento a specifici stanziamenti da appostare nel bilancio 2021-27 ancora da approvare.
L'Unione europea, ha aggiunto, si trova ad affrontare «un momento di verità» in cui se deciderà se è qualcosa di più di un semplice mercato economico, con la mancanza di solidarietà durante la pandemia che potrebbe alimentare la rabbia populista nell'Europa meridionale. Insomma, se non si troverà un fondo comune con garanzia condivisa per uscire dalla crisi, all'Eliseo potrebbe sedersi un esponente del Front National, A Roma potrebbe ritornare la Lega (invisa a tutti gli europeisti convinti come Macron) e in Spagna potrebbe rafforzarsi ulteriormente Vox. «Se non possiamo farlo oggi, vi dico che i populisti vinceranno, oggi, domani, il giorno dopo, in Italia, in Spagna, forse in Francia e altrove», ha affermato. «Credo che l'Ue sia un progetto politico. Se si tratta di un progetto politico, il fattore umano è la priorità e ci sono concetti di solidarietà che entrano in gioco», ha proseguito. Il quotidiano britannico ha evidenziato che il presidente francese ha picchiato più volte la mano sul tavolo per sottolineare come unione politica e moneta comune verranno minacciate se i Paesi più ricchi, come Germania e Olanda, non mostreranno più solidarietà con i Paesi del Sud.
L'intemerata fa il paio con le scuse ufficiali presentate ieri all'Italia dal presidente della Commissione Ue, Ursula von
der Leyen («Troppi non sono stati disponibili quando l'Italia ha avuto bisogno di aiuto»). Ma il cambio di passo non sposta la questione: il recovery Fund partirebbe dal 2021, gli eurobond potrebbero essere emessi subito.
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