Il count down è iniziato, tra 24 ore Casa Bianca e Congresso cambieranno inquilini. L'incertezza, mai come questa volta, regna sovrana, come mostra l'andamento altalenante del peso messicano, vero termometro di questa tornata elettorale (una vittoria repubblicana potrebbe significare per il Messico dazi doganali e spese in ascesa). «Quello che doveva essere un non evento, potrebbe trasformarsi in un market mover importante per i mercati i cui effetti potrebbero prolungarsi anche nel 2017» sostengono da IG secondo cui tuttavia: «L'esito di queste elezioni potrebbe solo anticipare di qualche mese una correzione marcata che Wall Street attende da tempo».
Se alla Casa Bianca dovesse proseguire il regno dell'Asinello democratico, «Wall Street potrebbe approfittarne immediatamente per aggiornare i massimi storici, salvo poi iniziare a ripiegare in scia a un contesto di crescita mondiale debole» commenta IG secondo cui l'S&P500 ripiegherà a fine anno a 2.000 punti dai 2150 attuali. In generale, a giudizio degli esperti, la vittoria di Hillary Clinton potrebbe spingere gli investitori a vendere Treasury a favore di asset più rischiosi, innescando un trend a livello globale di cui, quanto meno nel breve termine, potrebbe approfittare persino Piazza Affari. A livello settoriale, considerando il programma della candidata democratica, potrebbero beneficiane le società attive nell'ambito dell'istruzione, quelle nell'ambito dell'energia pulita (in pole position, per i broker, Nextra Enery, Sunrun First solar, GE, SolaCity, Exelon e, volendo anche Enel, attiva negli sua), del sistema sanitario-ospedaliero (attenzione a Hca Holding e Universal Heath Serivices) e infrastrutture. Vendite attese invece, come sottolinea Kristina Hooper, strategist di Allianz Global Investor «in ambito farmaceutico, biotech e finanziario (l'applicazione della riforma Dodd-Fran, prevede un'imposta sulle transazioni finanziarie e lo scorporo delle grandi banche, ndr) alla luce della maggiore regolamentazione del settore». Per quanto riguarda le commodity, la politica green promossa dai democratici, potrebbe mettere sotto pressione petrolio e carbone.
Una vittoria di Donald Trump porterebbe, inizialmente, a uno shock che potrebbe mettere le ali all'oro, dollaro (per cui Abn Amro prevedeva addirittura un target a 1850 dollari l'oncia), Treasury e al franco svizzero beni rifugio per eccellenza. «Il picco di avversione al rischio sarebbe penalizzante per il mercato azionario Usa. Ci aspettiamo che la volatilità raggiunga il massimo rilevato in occasione della Brexit (con l'indice Vix al 25%) e che le azioni Usa scivolino di un ulteriore 5% rispetto ai livelli minimi rilevati nello stesso periodo. E il contagio sui mercati azionari globali potrebbe portare a perdite di simile entità» sostiene Lyxor. Per IG, il contraccolpo potrebbe essere piuttosto violento: «Wall Street potrebbe rivedere i minimi di giugno, anche nell'arco di due sole sedute» commentano gli strategist che, in questo caso prevendo l'S&P500 a 1.800 punti a fine anno. Non andrebbe meglio per le economie e le valute dei Paesi emergenti data la politica protezionistica di Trump: per Lyxor l'indice Emci potrebbe cedere il 6%. Nel medio termine l'aumento del protezionismo e della spesa pubblica potrebbero favorire l'inflazione e la crescita, portando a un rafforzamento del dollaro e alla crescita dei tassi di interesse Usa. Più nello specifico poi Trump, ha poi annunciato investimenti in infrastrutture doppi rispetto a quanto indicato da Hillary Clinton e maggiore spesa nella difesa.
A fare il tifo per Trump infine anche il comparto farmaceutico che, tra le quotate italiane attive negli Uas, annovera Recordati. Penalizzati invece i gruppi esportatori a iniziare dalle eccellenze del made in Italy alimentare, moda e design.
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