Maduro restituisce i poteri ai deputati Golpe fallito, ma la sua dittatura continua

Dopo due giorni la Corte Suprema si rimangia l'ordine di destituire gli eletti

Maduro restituisce i poteri ai deputati Golpe fallito, ma la sua dittatura continua

Come in un pesce d'aprile ieri in Venezuela l'annunciato golpe - ovvero la destituzione del Parlamento - è rientrato. È il tipico caso di realismo magico sudamericano, dove un giorno si decide una cosa e il giorno dopo si sceglie il suo esatto contrario, il tutto per confondere l'opinione pubblica.

Ma andiamo ai fatti. Prima la Corte Suprema (Stj) presieduta dal pluriomicida Maikel Moreno - che ha chiesto la cittadinanza italiana e vista la sua fedina penale speriamo non gli venga concessa esautora il Parlamento legato all'opposizione e toglie l'immunità ai deputati. Poi l'intervento della Procuratrice della Repubblica, Luisa Ortega, che denuncia in diretta tv Moreno invitandolo a «riprendere il cammino costituzionale». E ancora, il presidente Nicolás Maduro che ordina al Consiglio Nazionale di Difesa chavista di «sanare la ferita». Infine Moreno che annulla a tempo di record quello che, frattanto, gran parte dei media avevano definito un «colpo di Stato».

Insomma, una telenovela dove il gioco delle parti è assicurato. Sicuramente Maduro non aveva bisogno della sentenza della Corte Suprema per esercitare quella che di fatto è una dittatura a tutti gli effetti. Già perché nel Venezuela di oggi non esiste la divisione dei poteri al di là di quest'ultima pagliacciata istituzionale e chi comanda e distribuisce cibo all'80% di popolo alla fame sono i generali narcos del Cartello de los Soles. Non sarà insomma questa confusionaria pantomima a salvare dal giudizio della Storia Maduro e compagni e, inoltre, chi pensava che il Venezuela fosse una democrazia prima della chiusura lampo del Parlamento ha continuato a difendere il regime di Caracas anche nelle ultime ore (del resto sono gli stessi per cui il castrismo è una democrazia).

Fatta «marcia indietro» e riaperto il Parlamento, i costituzionalisti si attendevano che Luisa, in qualità di Procuratrice Generale, mettesse sotto processo i giudici chavisti della Corte Suprema per «rottura dell'ordine costituzionale», «abuso di potere» o, come minimo »negligenza». Ma, invece, la bionda signora Ortega si è limitata ad un'amorevole tirata d'orecchi a Moreno.

Sullo sfondo rimangono comunque tutti i problemi che a Caracas c'erano già prima, ovvero panettieri arrestati perché senza farina si ostinano a non riuscire a sfornar pagnotte, file chilometriche per fare il pieno di benzina e, da ieri, anche la mancanza di ostie per celebrare l'eucarestia.

E mentre la Conferenza Episcopale Venezuelana (Cev) in un comunicato venerdì aveva invitato la popolazione alla «disobbedienza civile» e alla «resistenza» di fronte al golpe, secondo il quotidiano indipendente El Nacional quanto accaduto sarebbe stato un tentativo fallito dell'ala dura del chavismo per radicalizzare la rivoluzione

a detrimento di Maduro. Per altri analisti, invece, il presidente sapeva tutto e ne sarebbe uscito rafforzato. Di certo c'è che domani volerà all'Avana per chiedere consiglio a Raúl Castro, il suo consigliere più fidato.

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