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Business immigrati, un'altra inchiesta in Sicilia

Dopo Mafia capitale, accuse di truffa e peculato nel centro di accoglienza di Pozzallo: sequestrate le carte degli ultimi 5 anni

Business immigrati, un'altra inchiesta in Sicilia

Pozzallo (Ragusa) - Il sospetto del business sugli immigrati inghiotte ancora una volta la Sicilia. Dopo la pista siciliana di Mafia Capitale, che gestiva l' affaire immigrati al Cara di Mineo (Catania), un'inchiesta disposta dal procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, riguarda il Cpsa di Pozzallo. È tra le strutture di accoglienza più interessate dal fenomeno immigrazione, con 25.500 immigrati transitati nel solo 2014.

Sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme gialle dirette dal colonnello Alessandro Cavalli ci sono gli ultimi 5 anni di attività del Cpsa, gestito da una cooperativa su incarico diretto del Comune di Pozzallo in attesa di un bando di gara arrivato soltanto di recente. L'indagine ha preso il via dal rinvenimento di materiale logistico destinato al Cpsa ma non presente nel centro. Sono quindi partiti i controlli incrociati con i fornitori per appurare se quanto dichiarato corrisponde a quanto acquistato o se ci sono piuttosto fatture gonfiate.

Non è passato molto da un sequestro operato dai finanzieri di materassi in gommapiuma sozzi utilizzati nel Cpsa. L'inchiesta assume, quindi, le sembianze di un calderone in cui sono confluite diverse indagini legate dall'obiettivo di riscontrare la regolarità o meno della spesa di fondi erogati dal ministero dell'Interno attraverso la Prefettura di Ragusa.

Basti pensare che il costo a immigrato è passato da 80 euro al dì agli attuali 28 euro. Un ribasso notevole effettuato da una nuova cooperativa che si è accaparrata il servizio dopo che la convenzione precedente è scaduta il 31 agosto e sono seguite due proroghe. L'enorme divario non si spiega nemmeno supponendo un numero inferiore di servizi erogati, dal momento che è la convenzione stessa a prevedere un pacchetto di servizi da fornire obbligatoriamente.

Al vaglio della Guardia di finanza anche il passaggio dei lavoratori dalla prima alla seconda cooperativa. Sono passati da 90 a 50. Sarà controllata la mansione, perché non sia inferiore rispetto alle qualifiche.

Come dimenticare, poi, quei piatti pieni di ogni ben di Dio gettati ancora incelophannati nei cassonetti dei rifiuti? La convenzione tra il Comune di Pozzallo e una ditta di Pescara con succursale a Ispica, non lontano dal Cpsa, era di 15 euro al giorno per tre pasti a persona.

L'inchiesta non vede al momento indagati, ma tra le ipotesi di reato si ravvedono truffa aggravata, peculato, abuso d'ufficio e malversazione.

Ciò dimostra che gli eventuali interessi sarebbero non solo del privato ma anche del pubblico.

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