È una ovvietà, per carità. La maggior parte degli italiani non sopporta più le angherie dei burocrati della Ue. Proprioe mentre il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan si trovano a dover combattere con lo strapotere di Bruxelles, che gli vuole imporre una nuova manovra da 3,4 miliardi di euro, gli italiani manifestano tutto il proprio malessere neui confronti di un'Unione europea capace soltanto di imporre tasse.
Secondo le intenzioni di voto dell'Istituto Ixè fatte per Agorà, al 56% degli intervistati non piace che l'Italia sia "bacchettata" da Bruxelles sui conti pubblici. Il 34%, al contrario, approva l'atteggiamento dell'Unione europea. Un atteggiamento che, nelle ultime settimane, si è tradotto in un diktat che sembra non lasciare troppe libertà al governo. Che presto riverserà sui contribuenti l'ennesima stangata. Ad oggi, infatti, l'unica certezza è che aumenterà il prezzo dei carburanti. A Padoan non resta che decidere il quanto. "L'ipotesi più probabile - fanno sapere dal Tesoro - è un 2%". In questo modo il governo anticipa di una decina di mesi l'aumento già previsto dalle clausole di salvaguardia per il 2018 rinunciando, di fatto, alla sterilizzazione degli aumenti futuri.
Dinnanzia a questo strapotere dell'Unione europea, che impone a suo piacimento tagli e tasse, la maggior parte degli italiani non pensano, però, che la soluzione migliore sia
lasciare la moneta unica. Solo il 28% degli intervistati dal sondaggio Ixè, presentato oggi ad Agorà, vorrebbe l'uscita dall'euro per tornare alla lira. Il 63% non rimpiange, infatti, il vecchio conio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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