Il via libera della Commissione europea a gas e nucleare tra le fonti energetiche verdi apre una prateria in Italia per il ritorno al nucleare. Se dal fronte leghista scatta, immediato, il pressing sul governo Draghi, dallo schieramento grillino giunge lo stop. Un dossier che si incrocia con quello sui rincari delle bollette aperto sul tavolo di Palazzo Chigi.
La maggioranza di governo si spacca: con l'adozione del relativo atto delegato la Commissione europea ha stabilito che gas e nucleare sono fonti energetiche utili alla transizione ecologica dell'Ue e possono avere, a determinate condizioni, l'etichetta per gli investimenti verdi.
Il leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte mette le mani avanti: «La Commissione Ue inserisce nucleare e gas tra le fonti sostenibili su cui investire: un passo indietro, che ignora le critiche degli esperti. Il M5s contrasterà questa soluzione in tutte le sedi. Il futuro è nel segno di rinnovabili, risparmio energetico e tutela dell'ambiente».
Fa da contraltare il Carroccio. Salvini avverte: «Più gas, per pagare bollette meno care, e avvio della ricerca sul nucleare pulito e sicuro. Bene l'Europa, ora il governo Draghi sia conseguente e abbandoni i no ideologici». E precisa: «Con il ministro Cingolani farò un altro discorso: produrre più gas, estrarre, comprare più gas. L'emergenza è quanto costa l'energia per imprese e famiglie». Dall'Europa arriva un assist all'ex ministro dell'Interno che proprio nella giornata ieri incontra il ministro del Tesoro Daniele Franco per fare il punto sui rincari: «Sono venuto qui al ministero per un confronto con il ministro Franco dopo la partita del Colle sul tema bollette: ho chiesto a Franco e chiederò a Draghi un intervento sostanzioso oltre i 5 miliardi subito per aiutare famiglie e imprese a pagare le bollette del gas».
È chiaro come gli investimenti su nucleare e gas possano avere un effetto di contenimento sulle bollette. Anche Fdi plaude alla scelta. L'europarlamentare meloniano Nicola Procaccini esprime «soddisfazione generale rispetto alla scelta effettuata dalla Commissione Ue su gas e nucleare». In linea Fi: «La Commissione ha scelto una via concreta e graduale verso la transizione ecologica, applicando il principio sacrosanto della neutralità tecnologica» commenta Erica Mazzetti, parlamentare azzurra.
Ma il fronte del no al gas e al nucleare si allarga a sinistra. Il Pd annuncia il no: «Non siamo d'accordo con la qualificazione del nucleare come fonte di energia sostenibile su cui incentivare investimenti. I progressisti al Parlamento europeo puntano su energia pulita e rinnovabili, mentre considerano il gas adeguato soltanto per il periodo di transizione. Perciò, in coerenza con queste posizioni e con le posizioni del gruppo S&D, non potremo supportare l'atto delegato sulla tassonomia verde. Chiediamo che venga rivisto» spiega Brando Benifei, capogruppo Pd al Parlamento Europeo. La bocciatura arriva anche da Leu: «La decisione della Commissione europea di considerare gas e nucleare fonti verdi utili per la transizione energetica è molto grave e pericolosa.
L'effetto che si produrrà è infatti lo spostamento degli investimenti dalle rinnovabili a queste fonti che non sono né pulite né sicure. Nel caso del nucleare si tratta inoltre di una fonte molto costosa. Ci auguriamo che il Consiglio e il Parlamento europei fermino questa scelta folle» rilancia la capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris.
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