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"Mai in aula", "È nel contratto". È lite M5S-Lega sul ddl Pillon

Sale lo scontro nel governo. Di Maio e Salvini divisi sul ddl Pillon e sulla castrazione chimica. Tensioni nella maggioranza

"Mai in aula", "È nel contratto". È lite M5S-Lega sul ddl Pillon

Lo scontro è su numerosi fronti, certo. Ma questi due temi tengono per ora molto freddi i rapporti tra Lega e M5S in vista delle europee. Dopo la lite sulla partecipazione di Salvini, e di altri esponenti leghisti, al Congresso Mondiale della Famiglia a Verona, ora è la castrazione chimica e il ddl Pillon a dividere la maggioranza gialloverde.

L'incontro tra Conte e Salvini in Toscana è servito a rasserenare un po' gli animi, ma gli sfidanti non hanno sottorreto le asce di guerra. Se si escludono le tensioni con Tria (dove sia Di Maio che Salvini chiedono la firma immediata dei decreti per i truffati delle banche), sugli altri temi nell'agenda politica i due vicepremier continuano ad essere (molto) distanti.

A riaprire la partita delle polemiche è proprio il progetto di legge presentato dal senatore leghista, Simone Pillon. "Quel testo non arriverà mai in aula, è archiviato", sentenzia Vincenzo Spadafora, sottosegretario M5S alla presidenza del Consiglio. "Adesso bisogna scrivere un nuovo testo, che probabilmente prenderà anche qualcosa di buono, ma molto poco, per andare incontro ai temi del diritto di famiglia, ma non come aveva pensato Pillon". Una porta sbattuta in faccia alla Lega.

Dal canto suo Salvini non sembra intenzionato a gettare nel cestino il ddl Pillon. Anzi. "È un buon punto di partenza", dice il ministro dell'Interno. Che poi affonda: "Forse Spadafora non lo sa o non è un problema che vive sulla sua pelle. Però è pieno di bambini che vengono usati dagli adulti per i propri litigi e questo non è corretto e non è giusto". La linea leghista è chiara: il M5S può pensare ciò che vuole, ma non può "archiviare quello che c'è scritto nel contratto di governo".

Intanto Lega e M5S sembrano pronti ad una nuova battaglia. Quella sulla castrazione chimica. I due partiti sembrano aver raggiunto un accordo sul revenge porn, ma non sulle misure da prendere contro chi viene condannato per violenza sessuale.

Il Movimento chiede al Carroccio di ritirare la proposta, ma per la Lega su questo non è possibile "nessuna mediazione".

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