Quirinale 2015

"Mai più ex Pci sul Colle". Ma sono tutti candidati

Il premier assicura: il capo dello Stato sarà un garante .Però nella rosa dei papabili tanti erano comunisti da Veltroni a Finocchiaro, da D'Alema a Fassino. E c'è pure chi non ti aspetti, come la cattolica Pinotti

"Mai più ex Pci sul Colle". Ma sono tutti candidati

Un presidente «che non sia un seguito degli altri tre presidenti di sinistra» chiede Berlusconi, «una persona veramente distante dalla militanza comunista» auspica Ncd, alleato di governo del Pd. E Renzi, a rispetto dei patti (di governo e del Nazareno) offre ampie garanzie: «Ho in mente una persona che sia un arbitro, un garante, il capo dello Stato non può essere la figurina di un partito» (in primis il partito con più numeri in Parlamento, il Pd). L'identikit accredita così un cattolico, di sinistra ma senza un passato nel Pci, per mettere d'accordo le parti. Ci dev'essere, allora, qualcosa che non va nel toto-Quirinale, la lista (estendibile a piacere, anche con slanci di fantasia) dei quirinabili che tormenta le redazioni da settimane. Eccoli lì, schierati come le figurine Panini, una dozzina di esponenti Pd con un curriculum onorifico nei Ds, e prima ancora nel Pci, e prima ancora nella Federazione Giovanile Comunista Italiana. A iniziare da candidati dotati di aura meno di parte, come il ministro Roberta Pinotti . Del Pd, sì, ma apprezzata anche al centro, e centrodestra, e cattolica. Però anche il cuore della Pinotti, da giovane cattolica attivista nelle Acli, si ritrova a battere tra falce e martello. Lo ha raccontato alla tv della Cei: «Mi sono iscritta al Pci nell'89, l'anno della caduta del Muro e della svolta di Occhetto, che aveva chiamato a raccolta anche le associazioni cattoliche, come le Acli, la Caritas, in quella che si chiamava Costituente. Non ho vissuto la Fgci, l'esperienza della formazione comunista, ma votavo Pci, perché lo sentivo il partito più attento a quelli che ritenevo gli ultimi, secondo una mia lettura del Vangelo».

Una lettura personale, diversa da quella che portò nel Pci altri quirinabili del toto Colle al tempo del Nazareno (cioè della clausola, più o meno forte, di un presidente-garante senza bandiere rosse nell'archivio). È persino entrato in lista Massimo D'Alema , primo premier ex Pci della storia, comunista fin da ragazzino, e già segretario della Fgci a 26 anni. Nonchè ex segretario dei Ds, tanto per escludere personalità troppo identificate con un partito. Come pure ex segretari sono altri quattro quirinabili, alcuni di loro anche in ottima posizione: Walter Veltroni (ex segretario Pd, ex segretario Ds, già consigliere comunale del Pci a 21 anni), Piero Fassino (ultimo segretario dei Ds, anche lui giovanissimo segretario dei giovani comunisti, ma solo torinesi, a 22 anni), più giù in classifica Pier Luigi Bersani (ex segretario Pd, neppure ventenne già Avanguardia operaia e quindi Pci) e poi Dario Franceschini , ex segretario del Pd ma lui non ex comunista bensì ex democristiano.

Per altri quirinabili, con gli anni, le trasformazioni e gli incarichi tecnici, si è persa traccia del passato Pci, ma c'è. Come per il nome preferito dal M5S, già nella tornata del 2013, il professor Stefano Rodotà . Giovane radicale, entra però in Parlamento come indipendente nelle liste del Pci, e poi presidente del Pds, con cui torna alla Camera. Quirinabile (o quantomeno, nome da toto Quirinale) ed ex Pci è anche Luciano Violante . Giovane giudice istruttore a Torino, l'ex ministro racconta di aver superato i dubbi ad essere candidato dal Pci alla Camera, nel 1976, come gli chiedeva il partito, per via di una telefonata: «Io ero incerto, ma un giorno, mentre ero a casa, squillò il telefono. Era Enrico Berlinguer, che mi chiese cosa avessi intenzione di fare. Io esposi i miei dubbi e gli dissi di propendere per il no. Bene, mi rispose, se mi avesse detto il contrario l'avrei invitata a ripensarci». Quirinabile ex Pci pure Sergio Chiamparino , e in quota rosa ma anche in quota Pd e in quota ex Pci è Anna Finocchiaro . Siciliana di Modica, la città del cioccolato, è in Parlamento (Pci, Pds, Ds, Pd) dal 1987, quando ha 32 anni e alla Camera esordisce anche D'Alema. Il partito ha debiti con lei. Nel 2006 le avevano promesso il ministero dell'Interno, andato poi ad Amato. Qualche settimana dopo entra nella rosa del Quirinale (Prodi disse: «Ci vuole un segno di novità. Magari una donna»), ma passa Napolitano.

Chissà che non sia la volta buona per un altro ex Pci sul Colle, ma donna.

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