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Le mail del premier e l'alleanza Lega-M5s nel processo a Salvini

Open Arms, al via l'udienza preliminare Il Gip accoglie le richieste della difesa

Le mail del premier e l'alleanza Lega-M5s nel processo a Salvini

C'è persino il contratto di governo giallorosso tra i documenti che la difesa del leader della Lega, Matteo Salvini, ha depositato ieri - e il gip ha accolto - all'udienza preliminare del processo sul caso Open Arms, che vede imputato l'ex titolare del Viminale per sequestro di persona. Ma c'è anche la deposizione che l'ex ministro Danilo Toninelli fece durante l'udienza del caso Gregoretti a Catania. Nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone, di solito riservato ai grandi processi di mafia, quella stessa mafia che Salvini ha sempre combattuto in ogni modo, come ha tenuto a sottolineare ieri, si è consumata la prima fase di un teatrino processuale scaturito da motivi politici volti a demolire l'avversario. Pur di metterlo ko, l'accusa ha presentato due lettere che il premier Giuseppe Conte inviò al collega il 14 e il 16 agosto e con cui gli avrebbe chiesto di far sbarcare i 27 minori non accompagnati presenti a bordo.

Secondo il tribunale, Salvini respinse ogni responsabilità «evidenziando che i minori a bordo della nave spagnola dovevano ritenersi soggetti alla giurisdizione dello Stato di bandiera anche con riferimento alla tutela dei loro diritti umani». L'avvocato Giulia Bongiorno, però, ha basato la difesa su diversi punti, tanto che il leghista si dice «sereno».

In primis, Open Arms agì di sua iniziativa, al di fuori delle regole sul soccorso in mare, nel tentativo di far entrare in Italia migranti irregolari. Per tale ragione, sin da subito l'Italia vietò l'ingresso nelle proprie acque territoriali. Non spettava inoltre all'Italia indicare un «porto sicuro» (Pos). I migranti erano stati recuperati in acque Sar libiche e maltesi.

Di più: l'Italia non era né Stato di primo contatto né Stato coordinatore. I minori, giunti in prossimità delle acque italiane, furono poi fatti sbarcare.

Il comandante della Open Arms ha sempre avuto numerose alternative; il 1 agosto, dopo il primo trasbordo, era a meno di tre giorni di navigazione dalla Spagna. Perché non si è diretto lì sin da subito?

Inoltre, la gestione dell'episodio di immigrazione irregolare costituiva attuazione della linea di governo condivisa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministri competenti, secondo quanto concordato nel «Contratto per il governo del cambiamento», linea che prevede il raggiungimento di un accordo di redistribuzione dei migranti tra gli Stati membri dell'Unione europea come fase prodromica al successivo sbarco. Infine, all'epoca dei fatti il comandante Marco Reig Creus era già indagato per violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Uscendo dall'udienza, Salvini ha commentato: «Non ho agito da solo, ma insieme al governo. La cosa curiosa leggendo gli atti della procura è che due dei presunti sequestrati sono tuttora in carcere» per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Si tratta dei siriani Ali Maray, classe 1994, tuttora in cella ad Agrigento e Somar Al Ali, classe 1985, attualmente in carcere a Ragusa.

La linea dura del procuratore capo Francesco Lo Voi fa discutere. La Procura si è infatti associata alle richieste di costituzione delle persone offese, 18 e tutte accolte: 7 migranti, Ong e associazioni varie tra cui Arci e Legambiente.

Il gup di Palermo, Lorenzo Iannelli, ha rinviato l'udienza al prossimo 20 marzo.

Da dire che Salvini rischia il rinvio a giudizio e una condanna a 15 anni di carcere, ma stando ai dati, le inchieste sulle Ong sono finite tutte in una bolla di sapone (su 24 solo una è ancora aperta). Si tratta di quella del 2017 della procura di Trapani sulla Iuventa. Il tutto mentre altre due navi dell'accoglienza stanno per prendere il largo.

La loro discesa in mare è prevista per febbraio-marzo.

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