Di Maio: "Decreto per voto a giugno". Giorgetti: "Non c'è trattativa"

Di Maio a DiMartedì, su La7: "Forze politiche ipocrite. Noi abbiamo fatto di tutto per risolvere la crisi, ora si deve tornare a votare. Il M5S può recuperare oltre l'8% dai delusi del Pd e da altre forze"

Di Maio: "Decreto per voto a giugno". Giorgetti: "Non c'è trattativa"

«Noi possiamo recuperare, da quello che ho visto dagli analisti, oltre l’8% dal Pd, dalle forze politiche che non si ripresenteranno perché andate sotto soglia. Finalmente potremo avere l’occasione per governare autonomamente". A DiMartedì, su La7, Luigi Di Maio ostenta fiducia e prova a mostrare i muscoli, facendoc vedere che il suo partito non ha paura delle elezioni, anzi, è sicuro di aumentare ancora di più i consensi. E insiste, sempre rivolgendosi ai democratici: "A che serve votare Pd se all'opposizione non può stare - visto che non ha la credibilità per combattere contro quelli che affrontano il tema delle pensioni - e non vuole stare al governo... questo sarà molto interessante da raccontare agli elettori del Partito democratico". Precisa che durante la fase del dialogo con il Pd non ha parlato direttamente con Renzi "perché abbiamo seguito tutti i processi istituzionali presentati da Mattarella". E chiude una volta per tutte la porta al partito di Renzi e Martina: "Con il Pd non voglio avere mai più nulla a che fare, per come si sono comportati. Mi è costato tanto andare dal Pd perchP noi abbiamo fatto tante battaglie contro le loro leggi ignobili - spiega -. Loro sono andati dal presidente Fico a dire che aprivano mentre Renzi è andato da Fazio a chiudere".

Una nuova legge elettorale "è necessaria - ammette Di Maio - ma non credo si possa fare in questa legislatura. Io non voglio portare l’Italia in due anni di discussioni sugli sbarramenti, i premi, e liste. Ci sono problemi più seri da affrontare", ha aggiunto il leader M5S. In questo periodo è venuto fuori "lo spaccato di chi pensa al Paese. Abbiamo avuto di fronte una classe politica che dovrà pagare qualcosa alle prossime elezioni oppure il voto resta invariato nonostante nessuno di loro abbia pensato prima ad un contratto di governo e poi alle questioni interne".

Un messaggio lo manda alla Lega. "Dopo 65 giorni ho smesso di sperare che ci possa essere una svolta. Certo, potevamo fare un po' di cose per gli italiani... con il programma della Lega avevamo cose in comune. Non hanno voluto. Se ci dovessero essere delle novità devono andare dal Presidente della Repubblica a spiegargli per filo e per segno di che novità si tratta. Se c'è una persona di cui stiamo minando la pazienza è il Presidente della Repubblica, che è stato fin troppo paziente".

Di Maio punta il dito contro tutte le forze politiche. "Ci rendiamo conto dell’ipocrisia delle forze che dicono 'siccome dobbiamo pensare agli affari nostri, lasciamo parta un governo neutrale e poi ci accordiamo in Parlamento con M5s, dietro le quinte'. Uscite allo scoperto e dite con chi volete stare per aiutare le persone, senza fare questi giochetti".

E sul tema del voto anticipato, il Movimento Ciqnue Stelle fa un ulteriore passo in avanti: "Qualunque sarà il governo, abbiamo intenzione la prossima settimana di chiedere di emanare un decreto di emergenza per modificare un parametro del voto degli italiani all'estero e quindi andare a votare ancor prima di luglio anche a giugno".

L'insistenza sul voto anticipato di fatto irrita la Lega e il capogruppo al Senato, Giorgetti risponde per le rime: "Di Maio vuole votare a giugno? Vede che non c’è la trattativa. Noi non auspichiamo di andare al voto ma vogliamo fare un governo espressione del voto degli italiani".

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