Roma Luigi Di Maio esulta. Sulla manovra questa volta hanno vinto i Cinquestelle. E speriamo che a perdere invece non sia l'Italia e che quella sul Def non appaia a futura memoria come una vittoria di Pirro dove a pagare un prezzo troppo alto saranno gli italiani.
Ma per M5s e soprattutto per il giovane vicepremier questo è il momento del trionfo perché, asserisce, «per la prima volta è stata varata la Manovra del Popolo». Una vittoria tanto netta da permettere a Di Maio toni pacati, persino magnanimi nei confronti della Ue. Al contrario del suo omologo, l'altro vicepremier Matteo Salvini, che lancia minacce all'indirizzo delle istituzioni europee. Di Maio invece accoglie con attenzione pacata l'intervento del commissario Ue, Pierre Moscovici. Non lo vede come un attacco alla decisione di fissare il deficit al 2,4 come invece è evidente che sia.
«Quello di Moscovici è un intervento interlocutorio - afferma in tono conciliante -. Sono legittime le preoccupazioni ma io dico che questo governo si è impegnato a tenere il 2,4 per cento del deficit per tre anni, che significa che vogliamo ripagare il debito, fare investimenti che servono a favorire la crescita, e le misure che abbiamo introdotto creeranno una crescita economica inaspettata». Non ci sono frizioni con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, assicura poi Di Maio. «Tria indebolito? Ha seguito tutto quello che avevamo concordato insieme - dice il vicepremier -. Abbiamo fatto le varie previsioni, non ci siamo impiccati ai numeri». Nessuna preoccupazione per lo spread che ieri si è impennato. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico minimizza le conseguenze del rialzo del differenziale Btp-Bund. «Andremo a discutere le nostre ragioni, non penso alla procedura di infrazione Ue», assicura. Non ci pensa lui ma magari qualcun altro sì. Ma questo è il giorno dell'esultanza. «Stiamo mantenendo le promesse fatte - scrive su Facebook Di Maio -. Ieri dicevano che era impossibile. Oggi dicono che non si doveva fare. Domani rimarranno in silenzio. Orgoglioso del lavoro che stiamo facendo per il popolo italiano».
Mentre Piazza Affari brucia un miliardo dietro l'altro fino a scendere ad oltre 20 di perdita, Di Maio spiega che con la Manovra del Popolo «per la prima volta nella storia di questo Paese si cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi». Poi «si rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l'impiego» restituendo «finalmente un futuro a 6 milioni e mezzo di persone che fino ad oggi hanno vissuto in condizione di povertà e che sono stati sempre ignorati». Di Maio elenca tutti i provvedimenti: «la pensione di cittadinanza che restituisce dignità ai pensionati perché alza la minima a 780 euro» e poi «il superamento della Fornero: chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando posti di lavoro per i nostri giovani». E infine i risarcimenti per «i truffati delle banche grazie ad un Fondo ad hoc di 1,5 miliardi».
È anche l'occasione per attaccare ancora una volta
il Pd e Matteo Renzi che «rosicano». Il vicepremier sul Blog delle Stelle ricorda che dal 2014 al 2017 il rapporto debito/Pil è «rimasto su livelli altissimi, e che l'Italia è tuttora fanalino di coda in Europa per crescita».
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