Roma - «Faremo una legge sulla raccomandazione dei vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione dei vaccini e per l'obbligo, ma come era inteso prima del decreto Lorenzin». Parola di Luigi Di Maio. È possibile in una frase tanto breve ed elementare nei contenuti riuscire a dire una incredibile serie di strafalcioni? Sì, se a parlare è il candidato premier dei grillini, l'estatico Di Maio. Analizziamo l'assunto del grillino. Di Maio afferma di voler fare una legge per «raccomandare» i vaccini. Dunque sembrerebbe che non abbia idea del perché si vari una legge. Per il grillino serve una legge per «raccomandare» qualcosa non per imporlo o al contrario vietarlo. Allora si potrebbe ipotizzare una norma che raccomandi ad esempio di non rapinare o di non uccidere. Senza conseguenze in caso non fosse rispettata visto che si tratta soltanto di una raccomandazione. Travolto dalle polemiche per questa affermazione oscura Di Maio chiarisce che fa riferimento alla proposta di legge presentata da Paola Taverna, senatrice M5s in alternativa a decreto Lorenzin nel giugno scorso. In quella proposta, spiega Di Maio, «restano i 4 vaccini che erano obbligatori già prima dell'introduzione del decreto Lorenzin e per gli altri si punta sul metodo della raccomandazione, che non significa spingere i genitori a vaccinare meno i bambini, al contrario significa indurli a farli vaccinare ma in modo consapevole, attraverso un'azione di informazione non con la coercizione».
Dunque l'obbligo resterebbe ma soltanto per 4 vaccini, ovvero Difterite, Tetano, Polio ed Epatite B. Ma ad esempio il Veneto aveva cancellato l'obbligo nel 2008 e infatti non volendo ripristinarlo aveva presentato un ricorso contro il decreto Lorenzin alla Corte costituzionale. Ricorso respinto dalla Consulta che ha ben chiarito un principio: quando è in gioco la salute pubblica il governo ha facoltà di imporre le proprie decisioni in materia di sanità al fine di tutelare tutti i cittadini. Ma forse Di Maio non ha letto la sentenza e forse neanche la legge visto che precisa che la proposta grillina prevede «clausole di salvaguardia che introducono l'obbligo di vaccinazione in caso di emergenze epidemiche oppure nel caso in cui la copertura vaccinale dovesse scendere sotto le soglie che garantiscono l'immunità di gregge». Ovvero in pratica quello che già prevede il decreto Lorenzin varato proprio perché l'Italia si trovava in una situazione di emergenza con oltre 4.800 casi di morbillo nel 2017. Il decreto stabilisce che si tolga l'obbligo ad emergenza finita.
Dunque perché Di Maio vuole modificarlo? In realtà il ddl grillino prevede pure di monitorare gli eventuali effetti collaterali delle vaccinazioni (controllo già effettuato dall'Istituto superiore di sanità) e di introdurre i monodose. Norme che frenerebbero le vaccinazioni piuttosto che promuoverle.
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