Elezioni politiche 2022

Di Maio non vola in economy: 31 viaggi sugli aerei di Stato

L'ex grillino si vantava di utilizzare solo voli di linea. Renzi: "Mi attaccava, ora usa l'AirForce il triplo di me"

Di Maio non vola in economy: 31 viaggi sugli aerei di Stato

AirForce Di Maio. Chi si ricorda quando il ministro volava in Economy, esibendo sui social il biglietto Alitalia per la Cina? Non è passato molto tempo, ma per Di Maio è cambiato tutto. Non è più grillino, non è più anti-casta, non è più amico dei gilet gialli, non è più contro il terzo mandato (quello a cui aspira lui), non è più anti-Ue, non è più contro il Partito di Bibbiano (il Pd) con cui anzi si candida. E non è più contro gli aerei di Stato per i politici.

Al contrario ne fa un gran uso. «I voli di Stato, quelli su cui sono stato massacrato per tre anni, ora li fa tutti Di Maio - attacca l'ex premier Matteo Renzi, ospite a Viareggio per «Gli incontri del Principe», intervistato da Stefano Zurlo del Giornale -. Quello che qualcuno ha chiamato l'Air Force Renzi continua a viaggiare e vola il triplo di quando c'ero io. Però ora ci va Di Maio che è diventato l'idolo di un certo mondo culturale». In effetti il ministro degli Esteri è ben presente nella lista dei voli di Stato effettuati dai ministri che Palazzo Chigi è tenuta a rendere pubblici, perchè la legge del 2011 riserva espressamente i voli blu alle massime cariche dello Stato (presidente della Repubblica, premier, presidenti di Camera e Senato, presidente della Consulta) mentre le «eccezioni rispetto a questa regola (quindi i voli dei ministri, ndr) devono essere specificamente autorizzate, soprattutto con riferimento agli impegni internazionali, e rese pubbliche, salvi i casi di segreto per ragioni di Stato». L'eccezionalità è valsa per Di Maio ben 31 voli di Stato da gennaio a luglio 2022. Missioni delicate all'estero, come quella a Kiev e poi Mosca a febbraio, dove l'utilizzo di un volo di Stato per un ministro degli Esteri è più che giustificato. O missioni diplomatiche come quella a Riad dello scorso giugno per i 90 anni delle relazioni bilaterali tra Italia e Arabia Saudita. Ma, oltre a questi, ci sono viaggi abbordabili anche senza scomodare l'aeronautica militare, dove basterebbe un semplice biglietto di linea o magari anche l'auto (blu, s'intende). Come il volo di Stato da Roma a Torino effettuato da Di Maio il 19 maggio. O quello diretto a Bolzano, a giugno. Cosa direbbe il Di Maio leader dei grillini antisprechi, contro il Di Maio che si muove a spese dei contribuenti con i jet dell'Aeronatica? Magari qualcosa del genere: «Quelli del Pd sono talmente abituati agli Air Force Renzi che pensano che sia impossibile che il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro possa andare in Cina con un volo di linea in Economy. Bè io l'ho fatto. E in tre mesi e mezzo da ministro non ho mai preso l'aereo di Stato» spiegò Di Maio in un video, dopo aver mostrato il biglietto con la scritta Economy. Ancora un anno dopo Luigino si vantava della sua parsimonia grillina: «In questi anni non ho mai preso un volo di Stato, a parte una volta per andare in zone terremotate. Sono mesi che i gruppi locali di M5s mi dicono qui viene sempre Salvini, perché tu non vieni?. I voli di Stato sono legittimi, ma io scelgo i voli di linea perciò per me è difficile onorare tutte le tappe della campagna elettorale» disse nel maggio 2019, all'inizio dell'estate che segnò la fine del governo Lega-M5s.

Insieme a Toninelli, ministro dei Trasporti, organizzò poi una video-visita al cosiddetto AirForce Renzi, nell'hangar di Fiumicino, dove tennero una conferenza stampa indignata contro gli sprechi dell'ex premier e segretario Pd. Ma è tutto passato, i voli di Stato non sono più un problema. Il vero problema per Di Maio, con i sondaggi all'1%, sarà il 25 settembre.

Senza ministero e magari senza nemmeno uno stipendio parlamentare, si torna in economy.

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