Di Maio sempre più solo: la sua leadership appesa al voto Rousseau

Criticato dai suoi e da Beppe Grillo, il leader del Movimento rischia di perderne la guida: "Non posso non fare il vicepremier, è una questione di politica". Domani il voto su Rousseau.

Di Maio sempre più solo: la sua leadership appesa al voto Rousseau

La tensione nel Movimento guidato da Luigi Di Maio è alle stelle. Domani è previsto il voto sulla piattaforma Rousseau, che deciderà se dare il via libera all'esecutivo con il Pd, sotto Giuseppe Conte. Una prova di forza per Di Maio, che deve convincere i suoi dei vantaggi di un accordo con i dem, dimostrando contemporaneamente di essere ancora in grado di guidare i 5 Stelle.

"Non posso non fare il vicepremier, non è un mio capriccio personale, ma una questione politica", aveva detto il leader grillino, preoccupato di "perdere la guida del Movimento", nel caso in cui non ottenga il ruolo che aveva rivestito durante lo scorso esecutivo e un Ministero importante. E gran parte della partita si gioca domani, quando il voto sulla piattaforma Rousseau dovrebbe sciogliere le riserve sul governo Conte, prima che salga al Colle con la lista dei ministri. "Ai nostri non piace il Pd, sarà davvero imprevedibile", dicono i grillini, alcuni già allontanatisi dal Movimento o minacciando di farlo, in disaccordo con la loro guida. E tra loro spicca anche l'ex fidanzata di Di Maio, Giovanna Melodia, che aveva confessato all'AdnKronos: "Non parteciperò alla prossima votazione online su Rousseau: andava fatta prima di sedersi al tavolo con il Pd".

I messaggi delle chat del partito, visionati da AdnKronos, la dicono lunga sull'insofferenza causata dallo stallo politico, che vede da un lato Di Maio battersi per la poltrona di vicepremier, contro Conte e Zingaretti. "Se Conte fa il primo ministro e Di Maio ha un Ministero ed è anche capo politico del Movimento, penso possa bastare. Noi eravamo sempre quelli contro i tanti incarichi, ora invece ne vogliamo sempre 3 o 4 per la stessa persona", si lamentano i grillini.

Ma non bastano le incertezze e le tensioni all'inteno del Movimento a pesare su Di Maio.

Sulla sua testa, infatti, si è abbattuta anche la scure dell'ideatore del partito, Beppe Grillo che, in un video, lo ammoniva: "Voglio euforia e voi parlate di poltrone. Sono esausto".

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