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Di Maio teme i sondaggi e lancia la supercazzola del "chip intelligente"

Il vicepremier M5S: "La platea per il sussidio resta di oltre 5 milioni di persone". E minimizza sui sondaggi: "Il Movimento sempre sottovalutato"

Di Maio teme i sondaggi e lancia la supercazzola del "chip intelligente"

Una platea "di oltre 5 milioni di persone" e un chip intelligente" che eviterà spese 'non autorizzate'. In attesa che il governo definisca qualche dettaglio in più, Luigi Di Maio torna a parlare del reddito di cittadinanza.

In un'intervista al Fatto, il vicepremier sembra quasi vantarsi quando sottoline che il sussidio sarà richiesto da "almeno 10 milioni" di persone. E ammette che "due terzi" di chi lo riceverà "sono composti da gente che ha qualche entrata". Non solo nullatenenti e indigenti, quindi. Di concreto al momento non c'è nulla. Neppure le famigerate tessere "già stampate" di cui parlava Di Maio a fine novembre. Eppure il leader del M5S continua a descrivere il modo in cui il reddito di cittadinanza sarà erogato. "Tutti dovranno certificarsi tramite l'identità digitale, la Spid", dice, "Sarà tutto informatizzato, con l'identità digitale. Chi è povero spesso non ha internet, per cui ci saranno punti internet disponibili. Da gennaio un sito internet dirà a tutti che dovranno preparare entro marzo i documenti necessari da caricare sul portale per chiedere il reddito, a partire dal certificato dell'Isee".

E finalmente il ministro dà qualche dettaglio anche sulle tessere che lo Stato fornirà ai destinatari del provvedimento. "Saranno normali tessere Postepay, con un microchip intelligente che impedirà di usarle per spese come il gioco d'azzardo. Ma da fuori saranno come le altre, per non mettere a disagio nessuno".

Di quale sito internet parla Di Maio? E davvero un microchip impedirà l'uso del reddito di cittadinanza per spese "non etiche"? E davvero lo Stato può decidere quali sono le spese "etiche" e quali no? Insomma, per ora il M5S promette, ma del proverbiale arrosto non c'è nulla. Quello che c'è - ed è certificato dai sondaggi - è che il governo gialloverde sta portando più voti alla Lega che ai Cinque Stelle.

Di Maio minimizza, sostenendo che il movimento grillino "è sempre sottovalutato".

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